I programmi dei due partiti politici maggiori rivelano delle affinità nei contenuti e nell'ispirazione metodologica. Al di là dell'interrogativo perenne sulla reale capacità dei politici di mantenere fede alle promesse elettorali, in questo articolo si vogliono mettere in dubbio la capacità intrinseca delle ricette per il cambiamento messe in pista dai partiti.
A quel punto gli iracheni hanno chiamato gli americani che a loro volta hanno contattato i diplomatici italiani che ignoravano la presenza in Iraq di un "turista" italiano.
La vicenda che ha guadagnato la prima pagina di The New York Times di questa mattina è emblematica dello stato di "ingenuità" in cui vive il nostro paese. Al di là della storia in sè che sta a metà tra il ridicolo ed il patetico, trovo che sia una cartina al tornasole utile per guardare all'Italia dagli Stati Uniti.
Mentre le pagine dei giornali americani sono dedicate da un lato all'economia: dallo Stimulus Bill al ripensamento delle regole della governance delle società e dei mercati finanziari, mentre dal lato geo-politico si concentrano su quali basi gli Stati Uniti continueranno le loro relazioni internazionali con il resto del mondo; quelle dei giornali italiani concedono spazio alla parte assistenziale dell'economia, non mettendo in alcun modo in discussione le regole, mentre danno un grande spazio al tema etico della assistenza alla morte di Eluana Englaro.
In fondo la differenza tra i due paesi è la differenza tra un uomo maturo di fronte alla responsabilità della vita, mantenere la famiglia, pagare i conti, costruire un futuro per sè e per i suoi figli, facendosi strada nella società dei suoi simili ed un adolescente, pronto a tuffarsi nei sogni della filosofia, a declamare in un bel tema i misteri dell'escatologia, a lasciar correre il proprio pensiero verso i massimi sistemi, ma drammaticamente incapace di attendere ai propri bisogni primari se non ricorrendo a qualche uomo o donna che gli garantisca vitto, alloggio e paghetta.
Da un paese irrisolto, da un paese eterno bambino, non ci si può aspettare di più, non stupisce quindi che un italiano vaghi per l'Iraq ignaro di cosa gli sta succedendo intorno, di dove sia.
Pensare alle cose concrete, lavorare su temi pratici è la medicina liberale per far diventare il nostro paese, la nostra società civile migliori; la crisi aiuterà!
© Riproduzione riservata