Avevamo segnalato la divergenza fra gli andamenti delle borse occidentali e quello della borsa giapponese (1). Non si è avuta negli ultimi decenni l’esperienza di un ciclo al rialzo che non coinvolgesse anche la borsa di Tokyo. (Nonostante l’ascesa di questi giorni, la borsa di Tokyo è tornata al livello del giugno scorso). E questa è una prima novità. La seconda novità è la divergenza fra gli andamenti della borsa statunitense e quello delle obbligazioni di qualità emesse dalle imprese, sempre statunitensi.


Se le azioni salgono, a meno che si abbia una «bolla», l’implicazione è che le prospettive delle imprese sono migliorate. Allora dovrebbe essere migliorato anche il loro «merito di credito». In altre parole, il «rischio» di non ricevere le cedole e il capitale alla scadenza deve essersi ridotto. Dovrebbe, in conclusione, essere minore il «premio» – il maggiore rendimento – che si paga per le obbligazioni private in rapporto a quelle emesse dal Tesoro. Invece, la borsa statunitense da ottobre ha continuato a salire, mentre il differenziale di rendimento fra le obbligazioni private statunitensi e quelle emesse dal Tesoro statunitense non si è ulteriormente ridotto, anzi è salito (2).

Insomma, da qualche mese abbiamo una borsa giapponese scettica, un mercato delle obbligazioni scettico e le borse occidentali in ascesa. Resta aperta la questione dell’ascesa delle materie prime e dell’oro. Su queste vicende si può argomentare che abbiamo a che fare più con il dollaro debole che con una ripresa forte (3).


(1) http://www.centroeinaudi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=628&Itemid=72

(2) http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/user5/imageroot/geithner/IG%20vs%20SPY.jpg

(3) http://www.centroeinaudi.it/notizie/avviso-ai-naviganti-xii.-/-il-dollaro-sempre-piu-debole.html