La difficoltà di trasmissione delle politiche monetarie e le criticità delle banche europee potrebbero, e dovrebbero, far emergere la necessità di affrontare il tema delle politiche fiscali (espansione delle spesa pubblica tramite maggiori investimenti o minori imposte) quale contraltare indispensabile per permettere all’economia europea, e non solo, di ritrovare tassi di crescita stabili e consistenti. Una interessante (*) analisi misura l’opportunità delle politiche fiscali sotto tre parametri: l’urgenza, la capacità e l’efficacia.

  • L’urgenza è misurata considerando lo spazio di manovra residuo delle politiche monetarie espansive, sia come parte convenzionale che straordinaria, associate alle condizioni economiche congiunturali. Per valutare quest’ultimo parametro si considera la distanza tra Prodotto Interno Lordo (PIL) corrente e potenziale (cosiddetto Output Gap) e la correlazione tra disoccupazione e inflazione (cosiddetto NAIRU, Non-Inflationary Accelerating Rate of Unemployment).
  • La capacità è misurata considerando i tre parametri fondamentali della finanza pubblica: a) il tasso decennale pagato dai titoli di Stato utilizzato come punto di riferimento del costo del finanziamento aggiuntivo sull’ammontare del debito necessario a finanziare le eventuali politiche fiscali espansive, b) il rapporto tra Deficit Pubblico e PIL, distinto tra strutturale e saldo primario, e c) il rapporto tra il Debito Pubblico e il PIL, sia lordo che netto.
  • L’efficacia è forse il parametro più complesso sebbene anche gli altri non scherzino. Si basa su: a) il peso delle importazioni in quanto tendono a ridurre l’impatto delle politiche fiscali sulla crescita domestica, b) il livello e la produttività degli investimenti e c) l’efficacia del taglio delle imposte rispetto agli stimoli ai consumi. Quest’ultima misurazione tiene conto del debito dei residenti e del livello della tassazione in rapporto al PIL.

Tutto questo si riassume in un punteggio che indica la zona euro come l’area più bisognosa di politiche fiscali espansive (massimo livello di urgenza) sebbene su livelli non altrettanto elevati di capacità ed efficacia. All’opposto Nuova Zelanda e Canada segnalano uno scarso livello di opportunità ad attuare politiche fiscali espansive. Restando nell’euro zona gli elementi che maggiormente pesano sul punteggio, oltre all’urgenza, sono il livello modesto degli investimenti rispetto ai valori storici e il deficit strutturale (ovvero depurato dalla negatività del ciclo economico), entrambi su valori tali da suggerire un sollecito ed ampio ricorso allo strumento fiscale per rilanciare la crescita economica.

(*) Nomura, Priming the fiscal pump, 13 luglio 2016 

 

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