In molti hanno fatto notare che la Spagna cresce anche senza governo, facendo intendere che il governo non serve. Nel dibattito sull'inflazione che non si palesa si dà per scontato che quest'ultima sia un bene e la deflazione un male.

 

 

La Spagna ha un tasso di crescita maggiore di quello italiano (un tre per cento contro nemmeno un risicato uno per cento) e non ha (a differenza dell'Italia) un governo da ormai molto tempo e dopo ben due elezioni. Tralasciamo l'analisi macroeconomica che non è il punto della polemica.

Chi ha sollevato la questione lo ha fatto per diffondere il dubbio che la “governabilità” - l'efficacia del governo - non è poi una cosa così necessaria. Una polemica tutta italiana contro il governo in carica, che ha nella questione dell'efficacia – riforma costituzionale e legge elettorale - uno dei propri pilastri. Nella polemica – la Spagna cresce, l'Italia è al palo - si confonde lo “Stato” con il “Governo”. L'economia spagnola si muove nello “stato di diritto”, e quindi, anche se non c'è un governo, o meglio c'è un governo che sbriga solo gli affari correnti, le relazioni economiche sono protette dai contratti e quindi sono nella condizione normale. Se un imprenditore decide di investire non ha bisogno del governo, ma delle aspettive sul futuro e dei contratti certi. Queste polemiche si dimenticano che la politica monetaria è attiva ma non è nelle mani dei governi.

Uno sguardo ai tassi di crescita dei Paesi sviluppati mostra come – soprattutto dopo la Seconda guerra – essi convergano. Segno che forse la “vera” scelta politica è stata quella di aver aperto alla competizione internazionale, la quale spinge i Paesi a specializzarsi e quindi ad avere una crescita in fondo simile.

PIL nel secolo
PIL nel secolo

Un altro esempio di polemiche facili è quello sull'inflazione. I dati quando escono sono sempre commentati in maniera univoca: se non c'è inflazione, allora le cose vanno male. Sull'inflazione si polemizza a senso unico: non si palesa, la banca centrale non riesce a generarla, e via andando.

Se prendiamo i numeri relativi agli USA, notiamo che l'inflazione si ha nel campo della salute, delle abitazioni e così via, ma non nel campo industriale, che, in molti settori come l'elettronica, ha mostrato una caduta verticale dei prezzi a fronte di un'ascesa sempre verticale delle prestazioni (1). Perciò abbiamo inflazione in alcuni settori e deflazione in altri, con la media che è un'inflazione modesta. L'inflazione, insomma, si palesa nel mondo dei servizi, che è, a differenza del mondo industriale, a bassa produttività.

Resta poi aperta la discussione su inflazione e deflazione. La deflazione non è necessariamente una cosa “cattiva”, ossia un qualcosa che ha sempre un impatto negativo sull'economia (2). Quale deflazione poi, quella dei beni e dei servizi o quella delle attività finanziarie e del settore immobiliare? Quella dei beni e dei servizi non è necessariamente cattiva, come mostrrano le ricerche, mentre lo sgonfiamento delle bolle finanziarie e immobiliari lo è (3).

1 - http://ftalphaville.ft.com/2016/09/12/2174415/least-productive-sectors-only-thing-keeping-inflation-going/

2 - http://noisefromamerika.org/articolo/dobbiamo-preoccuparci-deflazione-forse-che-si-forse-che-no

3 - http://ftalphaville.ft.com/2015/03/23/2122452/economists-agree-deflation-is-either-good-or-bad-or-irrelevant/