DI seguito trovate: 1) delle statistiche sulle Elezioni italiane, statistiche che non portano acqua al mulino della tesi dell'insorgenza populista come frutto delle maggiori ineguaglianze, 2) delle considerazioni sull'attualità dell'ipotesi di "stagnazione secolare", e, infine 3) degli aggiornamenti sulle previsioni dette Nowcast.
1- Statistiche per seguire le vicende politiche italiane
Il Pd e M5S pescano nello stesso mare, ossia un parte del voto di sinistra storica è finito ai M5S, mentre la Lega e M5S sono antitetici, ossia quando la prima prende più voti la seconda ne prende di meno, e viceversa. Il Pd prende più voti dove l'occupazione è maggiore, così come prende più voti quanto maggiore è il reddito sia di chi lavora sia di chi è pensione. In particolare il Pd prende più voti quando il reddito supera il 75 mila euro. Ergo la “flat tax” non sembra molto desiderata da chi guadagna di più, così come il “reddito di cittadinanza” da chi ha una pensione decorosa.
Fonte: http://www.lavoce.info/archives/52808/dati-comunali-per-capire-chi-ha-votato-chi/
Visti questi numeri, allora il populismo sorge come “rivolta” di chi ha meno verso chi ha di più?
Le variazioni nella distribuzione del reddito non giustificano questa asserzione ormai diventata popolare. La disuguaglianza è in Italia, infatti, è a livelli simili a quelli di 15 anni fa, ed è solo leggermente aumentata durante la crisi. Questa crescita non ha origine nel reddito dei ricchi che si allontana da quello della classe media, ma nella forte riduzione dei redditi dei poveri. Si noti che tutte le classi di reddito hanno subito un calo (in media) durante la crisi. Si noti che la prima fase della ripresa non ha ancora raggiunto i redditi più bassi. Il fenomeno più rilevante perciò non è l’aumento della disuguaglianza, ma della povertà.
L'analisi degli andamenti delle tre classi di reddito (poveri, ceto medio, benestanti) mostra come in Italia, Germania, e Francia non sia accaduto nulla di rilevante- ossia non si vedono delle variazioni che possono far pensare ad un cambiamento drammatico - e dunque che la spiegazione del “populismo” di nuovo vada cercata usando altre variabili.
Fonte: http://www.lavoce.info/archives/52760/perche-aumenta-la-disugualianza-in-italia/
2 – Dove mai è andata a finire la stagnazione secolare?
La disoccupazione è caduta fino al 4% e la crescita economica è ancora robusta negli Stati Uniti. Si dedurrebbe che l'ipotesi della “stagnazione secolare” sia da dimenticare. Non è proprio così, l'idea della stagnazione secolare asserisce che l'economia privata - senza una politica economica molto espansiva e senza una forte crescita del debito privato – tende ad ammosciarsi per effetto della modesta domanda. Gli ultimi anni non hanno smentito questa ipotesi. Anzi.
Nel caso degli Stati Uniti abbiamo, infatti, avuto una forte espansione del bilancio pubblico che dovrebbe continuare portando il debito fino ai livelli raggiunti durante l'ultima guerra. La politica monetaria ultra espansiva ha poi fatto sì che il rendimento reale a lungo termine delle obbligazioni sia intorno all'uno per cento, contro il livello storico del due per cento. La borsa, infine, è cresciuta di oltre il 15% l'anno negli ultimi anni, accrescendo il cosiddetto affetto ricchezza. Nell'Unione Europea e in Giappone le cose non sono andate molto diversamente. In Europa – a differenza degli Stati Uniti e del Giappone - abbiamo avuto il bilancio pubblico relativamente sotto controllo, ma la stessa politica monetaria ultra espansiva.
La risposta tradizionale ad una crisi è stata il taglio di 500 punti base dei tassi praticati dalla banca centrale, e la crescita del deficit pubblico. Entrambe le opzioni sono oggi impossibili da attuare. Dunque il futuro, in caso di crisi, è “aperto”.
Fonte: https://www.ft.com/content/aa76e2a8-4ef2-11e8-9471-a083af05aea7
3 – La crescita s'ammoscia
I modelli detti “nowcast” sono utili per ragionare intorno al futuro. Ad oggi essi indicano che la maggior crescita che abbiamo avuto negli ultimi tempi rispetto alla tendenza di lungo periodo è rientrata.
Sui modelli detti di nowcast: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4084-appunti-per-investire.html
Sulla serie storica del nowcast: https://www.fulcrumasset.com/wp-content/uploads/2018/05/May.pdf
Il grafico: la linea rossa è l'andamento storico, quella blu la previsione nowcast, quella tratteggiata la tendenza di lungo termine. Il grafico è tratto da: https://www.ft.com/content/00dfe4f0-4f8e-11e8-a7a9-37318e776bab
Attenzione a non credere che vi sia una correlazione positiva fra crescita economica e crescita dei prezzi delle azioni. “Elroy Dimson, Paul Marsh and Mike Staunton found that across 19 major countries between 1900 and 2011 the correlation between compounded real rates of return on equities and compounded real growth in gross domestic product was negative”. Altri sono giunti alla conclusione che “we may intuitively think of stock returns as a result of the underlying real economy growth. However, we have observed that long-term real earnings growth fell behind long-term GDP growth in many countriesover the observed period”.
Fonti: https://www.credit-suisse.com/media/assets/corporate/docs/about-us/media/media-release/2018/02/giry-summary-2018.pdf; https://www.msci.com/documents/10199/a134c5d5-dca0-420d-875d-06adb948f57
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