In molti dicono che le diseguaglianze sono crescenti. Famosa è ormai la convinzione che asserisce che in Occidente l'uno per cento della popolazione strappa il novanta per cento della crescita del reddito, intanto che s'aggira lo spettro della caduta del tenore di vita del ceto medio. Altrettanto diffusa è la convinzione che le diseguaglianze a livello internazionale siano cresciute. Vediamo.
Il grafico mostra come i poveri dei paesi mai emersi – per esempio in Africa - siano rimasti tali, mostra poi come nei paesi emergenti – per esempio in Cina - i poveri non siano più tali, avendo beneficiato di una crescita spettacolare del proprio reddito, inoltre mostra come il ceto medio dei Pesi ricchi abbia avuto un reddito stagnante, e mostra infine come i ricchi dei Pesi emersi ed emergenti siano diventati ancora più ricchi. Il grafico abbraccia il periodo che va dal 1988 al 2008. All'incirca il periodo che è intercorso fra la caduta del Muro di Berlino e l'apice dell'ottimismo prima della crisi. Sull'asse orizzontale si ha la disposizione per ventili delle classi di reddito, su quello verticale il tasso di crescita cumulato del reddito precedentemente disposto per ventili.
Possiamo quindi dire che i primi venti anni della Seconda Globalizzazione – la prima si era avuta dal 1870 al 1914 – non ha favorito gli Africani, ha favorito i Cinesi, non ha favorito il ceto medio dei Paesi ricchi, ed ha arricchito ovunque i ricchi. Prossimamente analizzeremo la ricchezza (lo stock che cumula i redditi risparmiati) e non il reddito (il flusso).
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