Dopo Citi, e forse prima di Bank of America, ecco il turno di AIG. Il maggior assicuratore al mondo è cruciale perché al centro del sistema dei Credit Default Swap (CDS).


Il CDS funziona così: se uno compra un’obbligazione può coprirsi nel caso di insolvenza dell’emittente; paga un premio ed alla scadenza riprende il capitale; l’assicuratore deve però essere solvente, nel caso in cui gli emettenti delle obbligazioni non lo fossero. Gi assicuratori non avevano fatto gli accantonamenti dovuti perciò, quando è scoppiata la crisi del settore immobiliare, che ha reso fragili le obbligazioni con dentro i mutui, il sistema è andato in crisi. (Se le società di rating avessero dichiarato che AIG ha un merito di credito inferiore, ecco che il sistema dei CDS, di cui AIG è attore primario, avrebbe ricevuto una ulteriore scossa. A fronte del CDS si deve infatti dare in garanzia una obbligazione di qualità. Se l’obbligazione è meno buona, il sistema, di suo sotto capitalizzato, è ancora meno garantito. Le società di rating hanno quindi aspettato che il Tesoro intervenisse. Avessero agito prima, AIG si sarebbe trovata in acque peggiori).
 
Come che sia, il Tesoro, è dovuto intervenire di nuovo, per evitare appunto gli effetti sistemici, ed ora detiene quasi il 80% del capitale di AIG. La scossa si sarebbe sentita anche in Europa, perché le banche europee hanno acceso molti CDS. Per questo negli Stati Uniti si dice, con un filo di polemica, che il salvataggio di AIG è anche un aiuto alle banche europee.
 
La settimana scorsa il Tesoro è arrivato a detenere il 40% di Citi. Si procede speditamente verso la statalizzazione del settore finanziario, e per demerito dello stesso. Il prossimo candidato pare essere Bank of America (BOA). BOA era una banca regionale che in pochi anni si è espansa molto, sulle linee della banca “universale” alla Citi, o del “supermarket”, come anche si dice con espressione inelegante. Ha prima acquisito una impresa operante nei mutui ipotecari (Countrywide) e poi una banca d’affari gigantesca (Merrill Lynch). Poi ha scoperto che i mutui ipotecari andavano male e che Merrill Lynch aveva delle perdite cospicue di cui non si sapeva nulla appena tre mesi prima. BOA ha allora chiesto soccorso al Tesoro. Il maggior azionista è lo stato con (per ora) il 6% delle azioni ordinarie.
 
La crisi in corso non è figlia della “statalizzazione”. I mercati azionari erano cari prima che emergesse la storia dei titoli “tossici” (1). I titoli “tossici” sono un catalizzatore della crisi, non la sua causa.

 

(1) http://www.centroeinaudi.it/commenti/che-cosa-dicono-le-previsioni-perfette.html