Negli ultimi anni la borsa giapponese, così come lo yen, è scesa, salita, riscesa, risalita, ecc. Le  fluttuazioni “finanziarie” non hanno avuto una grande influenza sulle variabili “reali”, ossia le esportazioni, la produzione, la variazione delle scorte, che andavano regolarmente.


Dalla fine dello scorso anno le variabili finanziarie hanno preso una direzione decisamente negativa. Anche le variabili reali, e questa è la novità, hanno preso una direzione decisamente negativa. Mentre siamo abituati ai sali scendi delle variabili finanziarie, non abbiamo esperienza diretta (chi ha vissuto gli anni trenta da adulto è centenario …) delle variazioni drammatiche delle variabili reali. Il grafico mostra le esportazioni, la produzione, e le scorte del Giappone. Per dieci anni queste variavano entro una banda di oscillazione non troppo marcata. In giù dopo la crisi asiatica del 1997, e dopo la mini recessione del 2001-2002. In su ai tempi dell’esplosione della tecnologia, quindi a cavallo del 2000, e poi con la ripresa dal 2003.
 
Una caduta come quella degli ultimi mesi, quella mostrata dai grafici di Bank Credit Analyst, non si era mai vista. Possiamo definirla uno shock. Le oscillazioni intorno alla media sono normali, si calcola la dispersione delle oscillazioni rispetto alla media (=deviazione standard), si può anche raddoppiare il valore della dispersione  per vedere fin dove si arriva (= due volte la deviazione standard). Ma una caduta come quella degli ultimi mesi è fuori da ogni calcolo di “normalità” delle fluttuazioni. Si osservi il livello delle scorte pari a 120 nei periodi peggiori, nel 1998 e nel 2001. Questo è il magazzino massimo rispetto alla produzione venduta di cui si aveva esperienza. Adesso siamo a 140. Il magazzino è esploso perché i produttori non si aspettavano una caduta improvvisa della domanda. Avevano in testa le crisi normali.
 
La conclusione pratica è che non si vede che cosa possa spingere in fretta fuori dalla recessione il Giappone, che è un paese esportatore. In passato le crisi erano assorbite dalla domanda degli altri paesi, che andavano normalmente. Ormai non va normalmente più nessuno. L’altro grande paese esportatore di beni sofisticati, la Germania, ha dei numeri molto brutti, ma non così drammatici.