William R. White è un economista noto per aver anticipato gli eventi negativi del 2008 (1), quando lavorava alla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) – la banca centrale delle banche centrali con sede a Basilea (2). White qualche mese fa aveva rilasciato un'intervista al quotidiano Finanz und Wirtschaft sullo stato dei mercati finanziari (3). Non molto distante dalle posizione di White è, come vedremo, l'ultimo Rapporto della BRI (4). 

White sosteneva che abbiamo un mercato delle obbligazioni “tirato” - come non era nel 2007 prima della crisi - ed un mercato delle azioni altrettanto “tirato” - come, invece, era nel 2007 prima della crisi. Secondo White c'è troppa “compiacenza” in giro, come si vede dall'andamento dell'indice VIX, che misura le attese intorno all'escursione dei prezzi delle azioni dei successivi trenta giorni (5).

White disegnava tre scenari: Il primo è quello in cui tutto procede per il meglio. Le politiche monetarie ultra espansive finiscono man mano che l'economia si riprende. Si ha perciò una crescita modesta dei rendimenti delle obbligazioni, con il sistema finanziario che si adatta senza difficoltà. Il secondo è quello in cui tutto finisce male in campo obbligazionario. Nel caso della fine delle politiche monetarie ultra espansive e di ripresa dell'economia potremmo, infatti, avere una reazione disordinata dei mercati finanziari, che potrebbe inibire la crescita. I rendimenti dei titoli del Tesoro potrebbero, infatti, salire di colpo verso il 4%, trascinando in giù anche i prezzi delle obbligazioni private. Queste ultime poi potrebbero mostrarsi il-liquide, perché negli ultimi tempi il “magazzino” di questi titoli, che servono agli operatori che rendono liquidi gli scambi – i market makers -, si è sensibilmente ridotto. Il terzo è quello in cui tutto finisce male in campo azionario, ma non in quello obbligazionario. La politica monetaria ultra espansiva termina, perché si attende la ripresa che però non si palesa, con ciò mostrando che i prezzi delle azioni scontavano un andamento dell'economia troppo ottimistico.

Nel Rapporto di giugno la BRI sostiene che loro preoccupazione non è la deflazione nel campo dei beni e dei servizi, ma l'inflazione nel campo delle attività. Le azioni sono care, come le obbligazioni, e come le abitazioni. Inoltre, da molte parti, non si è ridotto il debito delle famiglie in misura sufficiente. Se si continua a sostenere il prezzo delle attività attraverso i tassi bassi – o negativi, tenendo conto della pur modesta inflazione - e le politiche di acquisto delle obbligazioni, ossia se le banche centrali continuano con le politiche correnti, si ottiene che i loro prezzi si allontanano sempre più dai fondamentali, ossia dalla loro “sostenibilità”. Il che, prima o poi, porta a una crisi, perché i prezzi delle attività vanno giù fino a quando non trovano un “fondamento” che li sostenga.

Abbiamo perciò due visioni. Quella – condivisa dal Fondo Monetario Internazionale (6), (7) - che afferma che le cose vanno comunque riparate oggi senza pensare a che cosa potrebbe accadere domani, o, meglio, che le cose peggiori vanno comunque evitate subito, e quella che asserisce che il riparare le cose oggi ipotecando il domani è pericoloso, che, come abbiamo visto, è la posizione della BRI. In altre parole, secondo questa posizione, le banche centrali continuano con le politiche ultra espansive salvano le cose oggi, perché è evitata la correzione dei mercati finanziari e, a seguire di quelli reali, ma aumenta l'onere futuro dell'aggiustamento.

Una posizione intermedia è quella della Banca Centrale degli Stati Uniti, che pensa che non sia necessario alzare i tassi, ma che basti mettere dei vincoli maggiori alle banche – “la regolazione macro prudenziale” (8). Questa posizione intermedia è giudicata da alcuni inefficace, perché in presenza di tassi molto bassi le posizione rischiose, anche se la disponibilità di credito non è elevata, sono sempre ricercate (9).

http://en.wikipedia.org/wiki/William_White_(economist)

https://www.bis.org/about/history.ht

http://www.fuw.ch/article/i-see-speculative-bubbles-like-in-

http://www.bis.org/publ/arpdf/ar2014_it.htm

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3875-il-beauty-contest.html

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/ca67d138-f6fb-11e3-9e9d-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz362ivz2tJ2007

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/bf235058-00fc-11e4-a938-00144feab7de.html?siteedition=intl#axzz36IpI1EHZ

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/02ea9b66-02bf-11e4-a68d-00144feab7de.html#axzz36IpI1EHZ

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/6124108e-fdf3-11e3-bd0e-00144feab7de.html?siteedition=intl#axzz3676QCzMy