Goldman Sachs ha presentato ieri i suoi risultati. Essi sono pari al doppio della media delle stime. Meraviglia, com’è possibile un risultato così clamoroso quando si sa che la finanza va male?


Goldman Sachs è una banca d’affari. Insomma, non le si chiede del credito per finanziare gli acquisti della trattoria al mercato ortofrutticolo, né le si lascia le bollette da pagare. Goldman Sachs investe denaro per conto proprio e per conto della clientela. Era una banca di partner prima di quotarsi una decina d’anni fa.
 
Nel mondo della finanza è quasi una leggenda, è pressoché impossibile trovare qualcuno che abbia rinunciato a una sua offerta d’impiego. Goldman Sachs è una leggenda nella lettura che ne fanno molto spesso i giornali: sbaglia quasi mai, guadagna parecchio e tanti politici di primaria importanza sono stati suoi dirigenti. Insomma, è una specie di spectre.
 
Goldman Sachs ha presentato ieri i suoi risultati. Essi sono pari al doppio della media delle stime. Meraviglia, com’è possibile un risultato così clamoroso quando si sa che la finanza va male? Ecco, in breve, come ha fatto. Le attività tradizionali di una banca d’affari sono la gestione del denaro altrui (gestioni patrimoniali, fondi comuni) e le consulenze per le imprese. Entrambe queste attività tradizionali generano un reddito stabile. Poi una banca d’affari (non tutte) gestisce i propri denari. Compra e vende attività come le obbligazioni, le materie prime, e scommette sui mutamenti di direzione delle valute. Goldman Sachs ultimamente ha guadagnato meno nel mondo tradizionale, dove si ricava una commissione sul denaro altrui, e ha guadagnato molto investendo i propri denari.
 
Questo giustifica i grandi risultati? Sì, ma non completamente. Ci sarebbero da contare, infatti, le perdite sulle obbligazioni «tossiche» in portafoglio. Queste sono state contabilizzate col mese di dicembre. Fino a non molto tempo fa Goldman Sachs chiudeva il bilancio a novembre. Poi ha deciso di chiuderlo, come quasi tutti, a dicembre. I risultati del 2009 sono quindi dal 1° gennaio al 31 marzo e non, come in passato, dal 1° dicembre alla fine di febbraio. Il mese di dicembre, di cui peraltro hanno fornito i numeri, non rientra nel computo dei risultati del primo trimestre 2009 sul primo trimestre 2008.

Ma non è questo il punto. Goldman Sachs ha annunciato un aumento di capitale che l’aiuterà, insieme ai fondi generati internamente, a rendere i denari ottenuti dal settore pubblico tempo fa. Come mai?
 
Ricapitoliamo. Ha avuto il coraggio di fare delle grosse scommesse. Non fossero andate bene, avrebbe avuto risultati mediocri. Ma, avendo ottenuto risultati notevoli, anche con qualche aiuto contabile, ora calca la mano per liberarsi dell’abbraccio pubblico. Dal punto di vista di Goldman Sachs, questa è un’occasione d’oro. Con i concorrenti in difficoltà, Goldman Sachs – libera e ricca – ha la possibilità di alzare la propria quota di mercato. Se, infatti, abbandonasse il settore pubblico con gli altri che restano dentro, questi ultimi sarebbero penalizzati, perché ritenuti, a torto o a ragione, in difficoltà. Intanto che i prezzi delle azioni e delle obbligazioni delle banche e di molte imprese restano deboli, Goldman Sachs, indipendente e ricca, le può comprare, con calma, a man bassa.

Esiste un signore che ha chiamato il suo blog «goldmansachs666» – da notare i tre sei dell’Apocalisse, il numero della Bestia che sale dal mare per devastare – dove racconta i misfatti di Goldman Sachs. Satan ha naturalmente incaricato gli avvocati di fargli causa. Satan o meno, si osservi che il suo prezzo si è comportato come un angelo qualunque: era a 100 dollari nel 2005, è arrivato a 250 dollari nel 2007, ora è a 115 dollari.