I giovani sono le vittime della crisi, la generazione perduta, tra i 18 e i 25 anni è un affare globale, ogni paese ha la sua gioventù bruciata. Bloomberg Businessweek dedica la copertina del suo ultimo numero al più tartassato dei paesi, la Grecia, e alla sua gioventù superbruciata (1). I colpevoli di questo omicidio generazionale sono gli anziani, quelli che devono soltanto conservare i loro privilegi, non conquistarne altri, e sono tanti, e votano tanto, e sono sempre nel cuore dei politici.

Prima delle elezioni americane dell’anno scorso, il commentatore conservatore David Frum scrisse su Newsweek un articolo argomentato e straordinariamente divertente su come i vecchietti stessero tirando sotto con la macchina i giovani (2). I ragazzacci dello Spectator, uno dei magazine inglesi più vivaci che ci siano, ribaltano questa prospettiva: Melanie Philipps (3), autrice dell’articolo, dice che “gli jihadisti generazionali dovrebbero iniziare a dire grazie”, invece che prendersela sempre con gli anziani, i quali, guarda un po’, stanno trainando la ripartenza (i dati della crescita inglese sono stati per la prima volta in positivo questa settimana).

La Philipps fa una difesa dei baby boomers, una difesa valoriale e culturale che attraversa il rock’n roll, poi arriva ad alcuni dati. Secondo il JP Morgan Asset Management, più di un terzo dei nonni inglesi contribuisce ai costi quotidiani dei loro nipoti. Un quinto ha aiutato i suoi figli per la casa; un quarto ha pagato qualcosa per le vacanze dei figli-nipoti; più di un terzo compra i grembiulini per la scuola o aiuta a coprire i costi per i viaggi scolastici. I numeri di Carers UK rivelano che 1,3 milioni di pensionati si occupano della famiglia, anche dei più anziani, un risparmio per il sistema di 119 miliardi di sterline l’anno.

Per quanto riguarda l’altro grande cassico “gli-anziani-ci-rubano-il-lavoro”. Uno studio dell’Institute for Fiscal Studies ha concluso di recente che “non ci sono prove del fatto che i più anziani che lavorano affollano il mercato del lavoro ai danni dei più giovani”. Il 20 per cento dei ragazzi inglesi è senza lavoro, ma il mercato del lavoro assorbe 600 immigranti al giorno e sempre più anziani. “E’ difficile non conludere – dice la Philips – che i lavori ci sono, per quelli che li vogliono prendere”. Al contrario dell’ortodossia keynesiana, il fattore determinante dietro alla recovery è l’offerta di lavoratori volenterosi. Un milione di over 65 è impiegato e paga le tasse: McDonald’s dice che nei suoi ristoranti la performance aumenta del 20 per cento se ci lavorano over 60 piuttosto che giovani.

Ed è così che nel Regno Unito la ripresa è diventata una “joint-venture” tra immigrati e pensionati.

 

(1) http://www.businessweek.com/articles/2013-07-25/greeces-unemployed-young-a-great-depression-steals-the-nations-future

(2) http://www.thedailybeast.com/newsweek/2012/06/24/david-frum-on-how-we-need-to-learn-to-say-no-to-the-elderly.html

(3) http://www.spectator.co.uk/features/8971781/help-the-aged-2/