Fonti: Bespoke Invest, Fondo Monetario Internazionale
Un modo non ortodosso per trovare conferma della crisi in corso è quello di osservare le rimesse degli emigrati. Se queste scendono vuol dire che il paese ospitante li paga meno, oppure li paga allo steso modo, ma ne occupa di meno, oppure li paga meno e li occupa meno.
Il risultato è che il paese d’origine degli emigrati riceve meno “rimesse”, e quindi una parte della sua popolazione ha meno reddito. Il grafico mostra le rimesse dei messicani come registrati dalla Banca Centrale del Messico. La flessione assoluta è consistente e quella percentuale notevole.
Questo fenomeno andrebbe seguito, perché i paesi poverissimi che dipendono dalle rimesse per una parte cospicua del proprio reddito sono molti, fra cui Haiti, per il 26% del reddito nazionale, la Giamaica per il 18,5%, ed El Salvador per il 18%. Sarebbe utile conoscere le statistiche relative alle rimesse dall’Europa Occidentale verso quelle orientale, e dall’Europa ai paesi del Mediterraneo.
Un modo tradizionale di trovare conferma che la crisi in corso “morde” è quello di seguire i calcoli del Fondo Monetario. Si prende il reddito che si avrebbe in piena occupazione e si misura il reddito che si ha effettivamente, la differenza mostra quanto sia profonda la crisi. Il grafico mostra come la stima della crisi corrente (il reddito effettivo meno il reddito potenziale cumulato nel periodo) sia eguale a quelle del 74-75 e 80-83 per i paesi avanzati, ma peggiore per quelli emergenti. Insomma, il divorzio (decoupling) fra gli andamenti delle due aree che si sperava ci fosse ancora un anno fa, sembra proprio non esserci.
© Riproduzione riservata