Di seguito mostriamo i grafici dei risultati della nostra Asset allocation, sia strategica (AAS), che pubblichiamo dal dicembre 2007, sia tattica (AAT), che pubblichiamo dal maggio scorso. Qual è la differenza fra le due? La AAS elabora la propria previsione dall’esperienza professionale cumulata da chi materialmente la scrive, tenendo conto delle novità. È elaborata senza un modello formale – per capirsi, un modello con le equazioni. La AAT, al contrario, elabora la propria previsione da un periodo di apprendimento – dal 1997 all’estate del 2008 – ed è un modello formale. Tecnicamente parlando, è una rete neurale, di cui non diciamo quali sono le variabili in ingresso né quale sia l’algoritmo perché un economista e un econometrico (bravi) potrebbero riprodurla.

La AAS ha sempre preferito le attività monetarie in euro alle obbligazioni europee e statunitensi e alle azioni mondiali. Per dare una misura dei risultati, abbiamo, 1) preso l’indice dei BOT da allora a oggi – la linea blu, 2) costruito un indice che per il 50% è l’indice delle azioni mondiali in euro e per il 50% l’indice dei BTP – la linea rossa. La linea blu dice che cosa sarebbe successo a un portafoglio costruito secondo la nostra opinione, mentre la linea rossa dice quel che si sarebbe ottenuto seguendo l’approccio classico di investire passivamente. Ecco i risultati:

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La differenza assoluta è enorme. Questo non implica che in ogni sottoperiodo abbiamo avuto ragione. La variazione sui tre mesi precedenti mostra quando abbiamo avuto ragione e quando torto.

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La AAT ha cambiato opinione molte volte, dopo aver appreso che cosa fare, dal 1997 fino a metà 2008. Da giugno del 2008, seguendo il comportamento di alcune variabili, prende posizione settimanalmente, sulla base del modello, costruito nei dieci anni precedenti, fino a giungno 2008 appunto. La linea blu mostra i risultati della rete da quando ha smesso di apprendere, la linea rossa i risultati di un portafoglio investito negli Stati Uniti per il 40% in azioni, il 40% in obbligazioni e il 20% in liquidità. Ecco i risultati:

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La differenza assoluta è notevole. La variazione sui tre mesi precedenti mostra che la AAT non ha (quasi) mai fatto peggio. 

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In conclusione: la AAS ha avuto risultati di molto migliori di quelli del mercato e in qualche sottoperiodo ha anche fatto molto peggio. La AAT ha avuto risultati migliori di quelli del mercato e non ha (quasi) mai fatto peggio.


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