Quella del concorso di bellezza è una immagine inventata da John Maynard Keynes per raccontare come funzionano i mercati finanziari: non voto il volto più bello, ma il volto che verrà più votato. Il beauty contest può sembrare una trovata che solo un inglese dell’alta società ai tempi dell’Impero poteva concepire (1), ma si osservi il Conference Board Leading Index (2).
Di questa salita – 116 punti – ben 87 costituiscono la crescita della borsa da marzo, la curva dei rendimenti che è diventata più ripida, i progetti di consumo. Le aspettative (la borsa, la parte lunga della curva, eccetera) producono un indice in crescita che consolida le aspettative medesime. Se poi un indice è per coincidenza – visto che esce a date fisse – pubblicato quando i mercati rimbalzano, allora si dice – con antropomorfismo – che i mercati rimbalzano: «Perché hanno ritrovato l’”appetito per il rischio”». Vale lo stesso ragionamento se l’indice flette: tutti diventano cupi e trovano conferma dei propri giudizi nel giudizio degli altri: «Il calore della folla» (3).
I mercati finanziari si muovono dentro dei canali. Divergono dalla tendenza principale – che nel tempo lunghissimo dipende dagli utili e dai rendimenti – e quando divergono «troppo» rimbalzano: si veda il grafico allegato sull’Italia (4).
Poiché in televisione non si può dire «Oggi i mercati sono ovviamente (5) rimbalzati perché hanno lambito la terza deviazione standard» – nessuno capirebbe –, allora si preferisce dire «È uscita la notizia X e i mercati hanno reagito». Accade che i potenti siano gratificati: se il mercato sale o scende dopo una loro dichiarazione, sentono di averlo mosso. Magari il mercato è semplicemente rimbalzato perché aveva deviato troppo dalla tendenza maggiore.
(1) Nella Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, capitolo XII.
(2) http://www.conference-board.org/economics/bci/pressRelease_output.cfm?cid=1
(3) http://en.wikipedia.org/wiki/The_Wisdom_of_Crowds
(4) http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/borsa%20al%2024%20giugno%202009.jpg
(5) Scriviamo «ovviamente» perché, giunti alla terza deviazione standard, si ha una probabilità superiore al 95% di rialzo o ribasso, sempre che la distribuzione sia di tipo «normale».
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