La Spagna riceverà degli aiuti cospicui (fino a 100 miliardi di euro) dagli altri paesi dell'euro area. Aiuti necessari per ricapitalizzare il suo sistema bancario. Quest'ultimo è esposto verso il settore immobiliare (che dal 2000 al 2007 è esploso e poi imploso) per ben 600 miliardi di euro. Una parte di questa esposizione è molto mal messa, ossia sono crediti inesigibili. Da qui gli aumenti del capitale. Gli aiuti arrivano dal fondo del'euro area detto “salva stati” e saranno gestiti dal F.R.O.B. (Fund for Orderly Bank Restructiring) di cui ha la piena responsabilità il Tesoro spagnolo. Il debito pubblico spagnolo perciò aumenta, ma non passa per i mercati, perchè non è offerto nuovo debito, in quanto questo è sottoscritto dal fondo “salva stati”. Da notare che questo aiuto è dato senza che la Spagna debba rispettare delle condizioni aggiuntive di restrizione fiscale. Questa è la (buona) notizia, di seguito riesponiamo il meccanismo per cui si è giunti a questo punto.
Le banche spagnole debbono far emergere i crediti inesigibili verso il settore immobiliare. Se lo fanno, ecco che debbono ridurre il patrimonio netto. (I crediti sono nell'attivo, il patrimonio nel passivo, e l'attivo e il passivo debbono essere eguali). Se riducono il patrimonio netto, debbono erogare meno crediti. (I crediti sono erogabili un numero limitato di volte il patrimonio netto – la famigerata leva bancaria). Ciò che metterebbe in crisi profonda l'economia. Segue che le banche – proprio per evitare che l'economia si avviti - debbono varare degli aumenti del proprio capitale di rischio. Non trovano però dei sottoscrittori privati. O meglio potrebbero anche trovarli, ma a condizioni capestro per i vecchi azionisti e per i dirigenti. Deve perciò intervenire lo Stato. Lo stato per sottoscrivere gli aumenti del capitale delle banche deve emettere obbligazioni. Le obbligazioni sono vendute al pubblico e con il controvalore sono sottoscritti gli aumenti del capitale. E qui arrivano le complicazioni. La crisi economica ha ridotto le entrate fiscali. La Spagna, a differenza del passato, ha incominciato ad avere un cospicuo deficit pubblico. Il quale deficit alimenta il debito, perché è finanziato con l'emissione di obbligazioni e non con moneta. In pochi anni il suo debito è passerà dal 60% al 90% del PIL. Si ha un debito pubblico che cresce per effetto del deficit e (potenzialmente) per effetto della crisi bancaria. La sua notevole crescita spinge i mercati a chiedere dei rendimenti maggiori per sottoscriverlo (un'offerta crescente di debito spinge i prezzi all'ingiù. Nel caso delle obbligazioni la cedola è fissa. Perciò se il prezzo dell'obbligazione scende, sale il rendimento – pari alla cedola sul prezzo). I maggiori oneri finanziari peggiorano i conti pubblici. Il che fa aumentare il deficit, e così via in una spirale di crisi. Da qui la richiesta della Spagna di un aiuto da parte dei paesi dell'euro.
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