Perché mai l’oro dovrebbe coprire dalle evenienze negative? Un’opzione copre nel bene e nel male l’investitore, e l’opzione è tale se il prezzo «schizza». L’oro è molto più volatile dell’euro – alcune delle altre attività che potrebbero salire di prezzo, se, per esempio, il dollaro franasse. Negli ultimi dieci anni la volatilità (ossia la media delle deviazioni positive e negative dalla media divise per la media) giornaliera dell’oro è stata il triplo della volatilità dell’euro. Si tende perciò a credere che, se le cose andassero male, ecco l’oro «schizzerebbe» in alto con una forza inimmaginabile, rispetto ai «rifugi» alternativi.

In breve, se uno pensa che le cose possano andar male e compra oro, gode del vantaggio – assumendo che le relazioni statistiche del passato si ripropongano nel futuro – di poterne comprarne una quantità tre volte inferiore a quanti euro dovrebbe comprare per ottenere lo stesso effetto. Questo non significa che l’oro abbia per sé un valore, perché è più «concreto» della moneta cartacea, emessa a discrezione della banca centrale – la così detta fiat money. L’oro vale proprio perché qualcun altro eventualmente lo compra, contando un giorno di poterlo vendere. Abbiamo un valore «soggettivo». L’oro non produce reddito, come un dividendo, una cedola, o un affitto, dunque il suo prezzo non dipende da altri valori con cui può essere messo in relazione, ma solo dalla percezione di chi scambia. Potremmo dire che l’oro non ha «fondamentali».

Ma perché l’oro è tanto volatile? L’oro prodotto ogni anno (il flusso) è pari al 1,5% dell’oro estratto fin dalla notte dei tempi (lo stock). La quantità in offerta di nuovo oro è rigida, perciò le variazioni della domanda si scaricano con violenza sul prezzo. L’offerta di oro non può essere alterata in ragione dei maggiori prezzi. La variazione della produzione non agisce come «calmiere». L’offerta rigida è dunque all’origine della volatilità del prezzo dell’oro, che è all’origine del valore come opzione dell’oro.

Ultimamente il prezzo dell'oro è flesso molto, forse perché è scemato il timore d'inflazione - nonostante le politiche monetarie ultra espansive, l'inflazione non è ancora in vista - , oppure perché si ha il timore che altri Paesi “mal messi” possano seguire Cipro nella vendita di oro, oppure ancora, e molto semplicemente, perché l'oro è salito talmente tanto, che ogni scusa è buona per realizzare le grandi plusvalenze cumulate da chi aveva comprato oro tanto tempo fa?

La seconda spiegazione della caduta del prezzo dell'oro sostiene che altri Paesi “mal messi” come Cipro possano mettersi a vendere il proprio oro perché diventati “troppo malmessi” non è convincente. Infatti, nel caso dell'Italia, e laddove se ne avesse veramente bisogno, l'oro potrebbe essere dato come garanzia al Fondo Monetario in cambio di una linea di credito per sostenere le aste del debito. Sarebbero circa 150 miliardi di euro di oro, contro una linea di credito probabilmente ben maggiore, che consentirebbe di avere una potenza di fuoco immediata, senza far la trafila a Bruxelles. Questo però vale anche per gli altri Paesi “mal messi”. In questo caso, l'oro non arriverebbe sul mercato, perché si avrebbe solo uno spostamento contabile dello stesso.

La prima spiegazione della flessione improvvisa del prezzo dell'oro, quella che sostiene che è scemato altrettanto improvvisamente il timore di iperinflazione pare poco credibile. Lo stesso vale, come abbiamo visto, per la spiegazione che ci saranno molte Cipro, perché, nel caso, l'oro non passerebbe dal mercato. Resta la terza spiegazione, la più banale, quella che sostiene che quando un prezzo è salito troppo, alla fine cade, e cade perché i gestori cercano una scusa per vendere. Ossia, e altrimenti detto, perché pensano che non ci sarà più nessuno disposto a comprare a dei prezzi maggiori.

I primi tre capoversi sono tratti da: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/623-oggetti-del-desiderio-i-loro.html