Nel 2007 la Federal Reserve giudicava sufficiente tagliare il tasso di sconto per uscire dalla crisi. Oggi, secondo il Wall Street Journal, starebbe pensando di emettere – la Banca centrale, non il Tesoro – obbligazioni di breve durata, una specie di Bernanke-Bot.


Per quante critiche si possano muovere alla Fed, non si può dire che il suo taciturno e pacioso capo, Ben Bernanke, non si sia mosso con coraggio. Basta guardare il bilancio della Banca centrale: prima della crisi, la Fed aveva all’attivo i titoli del Tesoro per un valore di mille miliardi di dollari. Al passivo un ammontare equivalente composto dalla moneta emessa e dalle riserve delle banche di credito ordinario. Oggi, in mezzo alla crisi, all’attivo ha pochissimi titoli di stato e molte obbligazioni private, duemila miliardi di dollari. Al passivo un ammontare equivalente composto dalla moneta emessa, che non è variata da prima della crisi, e dalle riserve delle banche di credito ordinario. La Banca centrale ha quindi assorbito una gran quantità di “carta cattiva” (le obbligazioni dubbie del settore privato) in cambio di “carta buona” (le obbligazioni del Tesoro). Ha rifornito di strumenti liquidi il sistema in collasso, ma la crisi c’è ancora. I rendimenti delle obbligazioni emesse per finanziare i mutui immobiliari, come quelle di Fannie Mae, non sono scesi come avrebbero dovuto. Inoltre, è ben possibile che altre obbligazioni di qualità dubbia debbano nel prossimo futuro essere scambiate con quelle buone, per finanziare il sistema. Ecco allora l’idea di Bernanke di comprare le obbligazioni di Fannie Mae per farle salire di prezzo (e quindi far scendere il rendimento) e quest’idea di emettere obbligazioni buone da scambiare con quelle cattive portate allo sconto.


Bernanke è forse giunto alla conclusione che sia meglio curare troppo che troppo poco. Se si cura troppo, e magari un giorno si avrà inflazione, si può sempre intervenire per riportare le cose sotto controllo alzando quanto si vuole il tasso d’interesse. Se si cura troppo poco, e magari un giorno si avrà deflazione, non si può intervenire abbassando il tasso d’interesse, che ha come limite lo zero.


Pubblicato su Il Foglio l'11 dicembre 2008