Oggi negli Stati Uniti il livello dei prezzi di borsa è andato sotto quello del 20 novembre dello scorso anno. Le borse europee e quella giapponese erano già andate sotto quel livello. La caduta non desta meraviglia.

L’utile per azione (calcolato per renderlo omogeneo all’indice dei prezzi) dello Standard & Poor’s era arrivato a quasi ottanta dollari alla fine del 2007, ed è atteso planare a 20 dollari a metà 2009. Da lì potrebbe riprendersi, senza però tornare a dei livelli molto alti.
 
Gli utili saranno un quarto di quelli di nemmeno due anni fa, allora perché mai i prezzi sono solo la metà? Uno potrebbe osservare che gli utili sono diventati un quarto, ma che i rendimenti si sono dimezzati. Uno potrebbe allora asserire che le azioni dovrebbero valere un quarto per effetto degli utili, ma il doppio per effetto dei rendimenti, e dunque che è razionale che il livello dei prezzi si sia dimezzato.

Se, infatti, prendiamo il vecchio utile per azione di quasi 80 dollari e lo scontiamo con il vecchio rendimento delle obbligazioni, pari a circa il 5%, abbiamo un valore teorico di quasi 1.600 punti (80/5%), che è grosso modo il livello dello Standard & Poor’s precedente la crisi. Se prendiamo il nuovo utile per azione di 20 dollari e lo scontiamo con il nuovo rendimento delle obbligazioni, pari a circa il 2,5%, abbiamo un valore teorico di 800 punti (20/2,5%), che è grosso modo il livello corrente dello Standard & Poor’s.

La borsa sembra scontare degli utili bassissimi, ossia estrapola il livello atteso degli utili nel corso della recessione e lo sconta con un livello dei rendimenti da recessione. Uno potrebbe asserire che è la borsa “miope”.
 
Non è detto, si immagini che, invece, la borsa sconti gli utili al doppio del minimo, dunque degli utili in uscita dalla recessione, poniamo a 40 dollari, e che li sconti con i rendimenti in uscita dalla recessione, poniamo al 5%. Abbiamo un livello dei prezzi di nuovo pari a 800 (40/5%).

Il livello corrente dei prezzi mostra che la borsa degli Stati Uniti sta scontando o gli utili peggiori con i rendimenti minimi, oppure gli utili in ripresa con dei rendimenti normali. Il livello dei prezzi non è affatto inspiegabile, anzi, economicamente, è “razionale”.
 
Con la nota finale che “razionale” non vuol dire “emotivamente soddisfacente”.