Si ha in questi giorni la crisi finanziaria dei Paesi emergenti. Non è un qualcosa che sorga all'improvviso e dal nulla. Di seguito trovate tre lavori del 2013, il primo è un'analisi solo finanziaria, il secondo un'analisi solo politica. Il terzo è entrambe le cose, ma focalizzato sulla Cina.

Si discute della crisi finanziaria dei Paesi Emergenti (che possiamo chiamare i “Paesi Periferici”) . Ci si chiede quanta parte della crisi sia legata al mutamento delle politiche monetarie dei Paesi Emersi e quanta sia legata alle vicende "storico-politiche" (1). Qui ci concentriamo solo sulla prima parte, ma, per farlo, occorre una lunga premessa sulle politiche monetarie dei Paesi Emersi (che possiamo chiamare i “Paesi Centro”).

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3564-il-ciclo-finanziario-degli-emergenti.html

 

I Brics (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa: i Paesi emergenti di successo) sono stati celebrati per molto tempo, quando si sosteneva che la loro crescita era ormai diventata "autonoma" – ossia che essa si muoveva trainata dai consumi domestici e dalle esportazioni verso gli altri Paesi emergenti, da che era stata "eteronoma" – ossia trainata dalle esportazioni verso i Paesi emersi. Si usava proiettare nei decenni i loro elevati tassi di crescita e perciò si arrivava alla conclusione che un giorno avrebbero superato i Paesi emersi. Naturalmente, si faceva anche notare che dei tassi di crescita così elevati, uniti ad un debito pubblico assai modesto, rendevano le loro attività finanziarie molto più attraenti nel lungo termine di quelle di molti Paesi emersi. I presupposti di una crisi nel Brics erano però presenti, ma poco discussi. Negli ultimi tempi sta emergendo un quadro diverso, molto meno "ottimista". Ai Brics, nei ragionamenti in forma di "pillole" che seguono, aggiungiamo anche la Turchia e l'Egitto. I ragionamenti proposti sono stati pubblicati in forma estesa e in più puntate su "Lettera Economica", ed hanno come caratteristica quella di affrontare le diverse questioni in chiave "storico-politica", piuttosto che come proiezione del PIL.

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3550-i-brics-in-pillole.html

 

Molto spesso le discussioni o anche il semplice scambio di idee sulla Cina ruotano intorno alla figura retorica dell'iperbole: "il gigante asiatico", la crescita "impressionante" e "perpetua", e via dicendo, inclusa l'affermazione che la Cina è la "terza economia del mondo". E' perciò difficile discutere l'argomento in maniera prosaica, ma possiamo provare lo stesso. La discussione torna d'attualità a causa dei segnali negativi che giungono dalla Cina. La crescita sembra "sgonfiarsi", sono fornite meno informazioni sugli andamenti economici puntuali, e si osservano delle forti tensioni nel settore bancario. Mao Tse Tung sosteneva che la iper-potenza statunitense fosse, alla fine, "una tigre di carta", ma, ragionando sulla Cina di oggi, potrebbe persino venire il dubbio che anche essa lo sia.

http://www.centroeinaudi.it/agenda-liberale/articoli/3514-la-cina-%C3%A8-una-tigre-di-carta.html