Nel dicembre del 1989 il la borsa di Tokyo raggiunse il livello massimo – misurato con il Nikkei 225 - di circa 40 mila punti. Oggi i punti sono - circa - 10 mila. Allora la borsa di Tokyo era la maggior borsa del mondo. La maggior borsa del mondo è oggi quella degli Stati Uniti, che raggiunse i 10 mila punti – misurato con il Dow Jones - nel 1999, dove è – circa - ancora oggi.


Gli investitori minuti statunitensi quest’anno hanno venduto (vendite meno acquisti, dunque vendite nette) le proprie azioni (attraverso i fondi comuni) per 23 miliardi di dollari . Lo scorso anno ne avevano vendute di più – circa 100 miliardi di dollari. Si tenga conto che i fondi comuni hanno in gestione fra azioni, obbligazioni e liquidità circa 10 mila miliardi di dollari.

Gli investitori minuti, scossi dagli andamenti delle azioni degli ultimi dieci anni – violentemente all’insù (1999-2000), violentemente all’ingiù (2000-2003), lentamente all’insù (2003-2007), violentemente all’ingiù (2007-2009), e poi violentemente all’insù (2009), quest’anno hanno preferito comprare le obbligazioni private, i cui acquisti netti sono stati intorno ai 150 miliardi di dollari. Oltre ad aver acquistato i titoli del Tesoro, a breve e lungo termine.
 
In uno scenario giapponese (crescita modesta, borsa annichilita, rendimenti delle obbligazioni elevati, se si calcola il rendimento nominale del debito pubblico a lungo termine – circa 1,5%, tenendo conto della deflazione – circa il 1,5%, quindi con i rendimenti delle obbligazioni “sovrane” elevati in termini “reali”, pari al 3%), la scelta dei risparmiatori statunitensi ha senso. Il rendimento delle obbligazioni private di qualità è, infatti, per definizione superiore a quello del Tesoro e quindi si ottengono dei rendimenti reali ancora più elevati. Intanto che i rendimenti delle obbligazioni emesse dal Tesoro hanno un ottimo rendimento in termini reali.
 
La scelta ha davvero senso se (e solo se) i rendimenti delle obbligazioni emesse dal Tesoro non salgono. Questa è l’ipotesi implicita nella scelta dei risparmiatori minuti statunitensi che imitano quelli giapponesi. La stabilità dei rendimenti dei Tesoro statunitense, in un mondo in cui il debito pubblico crescerà molto è, infatti, ancora tutta da verificare. Crescesse mai il rendimento sul debito pubblico, quello sulle obbligazioni private salirebbe, e si avrebbero delle perdite. I prezzi delle vecchie obbligazioni, infatti, scenderebbero per equiparare i rendimenti di quelle nuove, emesse con delle cedole maggiori.


 
Per approfondimenti:
 
http://www.centroeinaudi.it/commenti/la-fine-dellinnocenza-i-/-emerge-la-questione-del-debito-pubblico.html