La scorsa settimana, in una nota piuttosto lunga (1), avevamo sostenuto che: 1) le informazioni negative non emergevano; 2) i risultati delle imprese non erano brillanti; 3) il rialzo dei corsi poteva essere spiegato come fuoriuscita dal peggio; 4) i prezzi, se osservati nel breve periodo, non mostravano un rimbalzo straordinario; se osservati nel lungo termine mostravano solo un andamento a «V» all’interno di una tendenza piatta di lunghezza decennale.
La conclusione era che nulla poteva far pensare a un rialzo dotato di un vero motore. La settimana delle azioni è partita flettendo ed è finita in flessione. Discuteremo a fondo tutto quanto con la Asset allocation di maggio, che pubblicheremo a giorni. Intanto mostriamo i grafici di breve termine e di lungo termine della borsa degli Stati Uniti.
Dal primo grafico, che disegna l’andamento non lineare della borsa statunitense, si vede che i prezzi avevano raggiunto la prima banda di oscillazione superiore la settimana precedente, mentre questa settimana sono scesi sotto la prima banda di oscillazione inferiore. Dal rimbalzo degli inizi di marzo non si era mai avuto un andamento simile: i prezzi avevano oscillato fra la tendenza (la linea blu) e l’ascesa moderata (la linea arancione superiore) senza mai scendere. Il senso del grafico è che i prezzi hanno mostrato debolezza (solo di breve termine, non di lungo termine – vedi la figura successiva), il primo segno in due mesi. Il secondo grafico mostra l’andamento lineare della borsa statunitense da quando è partita la crisi: si vede che non si è mai avuto un movimento dei prezzi in fuoriuscita dal canale maggiore di caduta.
(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/la-settimana-dei-mercati-/-viii.html
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