La moneta svizzera è sempre stata considerata una moneta rifugio su cui fare affidamento nei periodi di crisi, ed a seguito della crisi finanziaria la Svizzera ha accolto un flusso di capitali in cerca di sicurezza, in particolare dalla zona Euro. Questo processo ha però messo in guardia la Banca svizzera quando, ad agosto 2011, il tasso di cambio tra franco svizzero ed euro è arrivato vicino a soglia 1 a 1. L’apprezzamento del Franco determina una riduzione delle esportazioni ed un aumento delle importazioni che genera un deficit commerciale. Il 6 settembre 2011 la Banca Nazionale Svizzera è intervenuta con una direttiva che fissa il livello minimo di cambio tra franco svizzero ed euro, indebolendolo, a 1,20 per contrastare il rischio di deflazione. La Banca Nazionale Svizzera si è detta inoltre disposta ad acquistare quantità illimitate di riserve di valuta estera per mantenere stabile l’economia e che se necessario interverrà con misure supplementari.

Questa politica si configura come una politica monetaria non convenzionale per due ragioni: da una parte non utilizza il tasso di interesse come strumento, ma determina un aumento della quantita’ di moneta necessaria per l’acquisto dei titoli esteri; in secondo luogo, negli ultimi decenni, il tasso di cambio non e’ stato considerato dalle banche centrali una variabile chiave nella determinazione delle loro politiche. Si differenzia dalle politiche monetarie non convenzionali di USA, Gran Bretagna e Giappone perché è finalizzata al controllo del tasso di cambio e non al raggiungimento di obiettivi economici reali come un determinato tasso di disoccupazione.

Nei primi dieci anni di vita dell’euro, il cambio del franco svizzero ha fluttuato abbastanza, rimanendo però in un range 1,45-170, per scendere repentinamente nel 2008 con l’inizio della crisi finanziaria (ed un primo spostamento di capitali verso il "porto sicuro" svizzero) e poi per la crisi dell’Euro nel 2011, quando questo fenomeno si e’ ulteriormente rafforzato. Il valore massimo del cambio si è registrato a fine 2007 con un valore di EUR 1 = CHF 1,6803, mentre il valore minimo si è registrato nell’agosto 2011 con un valore di EUR 1 = CHF 1,0451. L’intervento della Banca Nazionale dell 6 settembre 2011 ha permesso di fermare questo trend e di mantenere la soglia minima di cambio a 1,20 stabilizzandolo in un range 1,20-1,25.

Gli strumenti utilizzati per realizzare questa politica monetaria si possono desumere dai dati di bilancio della Banca Nazionale Svizzera, pubblicati nel 104° e nel 105° Rapporto di gestione. Nella tabella 1 si puo’ verificare l’aumento nel 2011 rispetto al 2010 delle operazioni finalizzate ad aumentare la liquidita’, in particolare i Pronti contro Termine (PcT) per l’immissione di liquidità e di swap di valute volto ad incidere sul valore del tasso di cambio. La BNS si occupa inoltre dell’emissione di titoli SNB-Bills (titoli di debito denominati in franchi che consentono alla Banca di assorbire velocemente la liquidità eccessiva). L’emissione di questi titoli si e’ ridotta e titoli preesistenti sono stati riacquistati, sempre al fine di aumentare la liquidita’. Nel confronto tra 2011 e 2012, si vede come la posizione della Banca sia rimasta di immissione netta di liquidita’, in quanto le operazioni di assorbimento si sono fortemente ridotte.

  Tabella 1: Apporto di liquidità al mercato monetario, miliardi di franchi

Operazioni di politica monetaria

2012

2011

2010

Immissione di liquidita’

721,83

709,71

334,05

    Operazioni PcT

443,060

397,54

183,24

    Swap di valute

187,585

253,95

7,10

    Acquisto di valute

-

17,82

143,71

    Riacquisto di SNB-Bills

-

40,37

-

Assorbimento di liquidita’

-

1140,03

1657,75

    Operazioni PcT

-

761,95

614,06

    SNB-Bills

-

378,08

1040,45

Analizzando la composizione degli investimenti in valuta, si può constatare che il volume di investimenti nella moneta europea è diminuito progressivamente dal 2010 così come è successo per lo yen (moneta che, a causa della Abenomics, si e’ significativamente svalutata). L’investimento in valute estere è invece aumentato nei confronti del dollaro e della sterlina.

Tabella 2: Struttura degli investimenti in valuta (in%)

 

2012

2011

2010

Euro

49

52

55

Dollaro

28

26

25

Yen

8

9

10

Sterlina

7

5

3

Considerando invece la composizione e la quantità di riserve monetarie della Banca Nazionale, e confrontandola nei tre anni in considerazione, si può concludere che la quantità totale di oro è aumentata in misura maggiore nel primo periodo e in misura più contenuta nel secondo, mentre è aumentata considerevolmente la voce riguardante gli investimenti in valuta estera, aumentati nel 2012 di più del doppio rispetto il 2010. Questo aumento proprio la conseguenza dell’acquisto di titoli in moneta estera volto a deprezzare il Franco.

Tabella 3: Composizione delle riserve monetarie (in milioni di franchi)

 

2012

2011

2010

Riserve auree

50.771,5

49.379,9

43.987,9

Investimenti in valuta estera

427.158,0

257.050,1

202.718,8