Il segretario al Tesoro americano, il giovane Tim Geithner, si è salvato: per lungo tempo è parso il più fragile di tutto il team economico della Casa Bianca, e invece ora è più solido che mai (1). Jamie Dimon di JpMorgan, uno dei banchieri più importanti della scena americana, con grandi contatti anche nella politica, tanto da essere soprannominato «il banchiere di Obama», ha ricevuto 17 milioni di dollari di bonus in stock options e azioni privilegiate (2). Gli asset tossici, i famigerati detonatori dello choc finanziario del 2008, sono tornati (forse non se n’erano mai andati). Société Générale ha fatto sapere (3) che la ripresa del mercato dei mutui statunitensi «ha permesso, nel quarto trimestre 2010, alla business unit sui toxic assets di tornare in utile». Lo stesso vale per Crédit Suisse.
La decisione di Obama (4) di mettere mano alle due «salvate» Fannie Mae e Freddie Mac potrebbe creare ulteriori opportunità per chi vuole sfruttare i meccanismi della creazione delle obbligazioni con in pancia il settore immobiliare. Sembra che tutto sia tornato come prima del 2008, secondo quella vecchia tendenza umana che porta a ignorare i fatti negativi – si è osservato lo stesso fenomeno anche dopo l’11 settembre. Ma le responsabilità sono ancora tutte da verificare. C’è un’inchiesta aperta nei confronti di Goldman Sachs, mentre emergono continui particolari sul ruolo della banca di Lloyd Blankfein nel salvataggio di Aig (5). Ci sono le accuse (6) di Bernie Maddoff, l’ideatore di un colossale sistema Ponzi che ora sta scontando una pena di 150 anni, che dice che le banche sapevano tutto del pericolo di truffa ma nulla hanno segnalato alla Sec.
Simon Johnson, ex economista del Fondo Monetario Internazionale oggi grande sostenitore dello strapotere degli oligarchi della finanza, ha analizzato un report dettagliato sulle attività di 14 grandi banchieri (7) e il risultato è sempre lo stesso: se sapevano e non hanno detto nulla, dovrebbero andarsene; se non sapevano e non si sono accorti di nulla, dovrebbero andarsene (per manifesta incompetenza).
Ma la fase della responsabilizzazione sembra superata, in nome del rilancio dell’economia è necessario smettere di essere sospettosi e piuttosto affidarsi alle banche, al business, alla produttività creativa, nella speranza che la bolla che molti intravedono già tra i dati sia una fissazione dei pessimisti.
(2) http://dealbook.nytimes.com/2011/02/17/jpmorgan-gives-dimon-12-million-in-stock/?src=dlbksb
(3) http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703373404576148672037732698.html.mod=googlenews_wsj
(4) http://www.nytimes.com/2011/02/17/opinion/17thu2.html
(6) http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703961104576148820508300758.html? mod=googlenews_wsj
(7) http://baselinescenario.com/2011/02/10/what-did-bank-ceos-know-and-when-did-they-know-it/#more-8635
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