Si sono avute quattro cadute maggiori nel secondo dopoguerra. I numeri sono al netto dell’inflazione, quindi sono numeri «reali», ma non includono i dividendi, i costi di gestione e transazione e le imposte. La caduta degli anni Sessanta è stata notevole, come quella degli anni Settanta, che in un sottoperiodo è stata anche peggiore. Poi si sono avuti venticinque anni di (relativa) tranquillità – circa dal 1985 al 2007 – e siamo arrivati all’ultima crisi. Negli anni Sessanta e Settanta abbiamo avuto una causa scatenante di natura essenzialmente interna (le nazionalizzazioni, l’inflazione, i sommovimenti sociali). Questa volta abbiamo l’intreccio fra i problemi del debito pubblico e la globalizzazione della finanza.  

Caduta cumulata nei cinque anni

Ripresa cumulata nei successivi cinque

1960-1965

-62,3

-0,5

1970-1975

-62,6

-46,1

1973-1978

-80,7

72,6

2007-2011

Circa il 50%

?

I numeri delle prime tre righe sono tratti da R.J. Shiller, Irrational Exuberance, Princeton, tavola 7.4

Si veda anche:

http://www.centroeinaudi.it/il-progetto-1/notizie-economiacentroeinaudiit-97/331-perch-la-borsa-italiana-va-peggio.html