Lael Brainard ricopre uno di quei ruoli dell’Amministrazione americana che tutti ignorano e che invece tutto decidono. La definiscono “top financial diplomat”, lavora al dipartimento del Tesoro ed è quella che si occupa di ogni questione a cavallo tra la diplomazia e la finanza: la crisi del debito sovrano europeo, per esempio o la valutazione dello yuan.
Tutti i dossier più rilevanti per gli Stati Uniti dal punto di vista della stabilità economica passano per l’ufficio della biondissima Brainard, che è tanto esperta e amata dentro l’Amministrazione (lavora con Obama dal 2010, prima aveva avuto diversi ruoli con Clinton) che il suo nome è circolato anche quando si doveva decidere il successore alla Federal Reserve di Ben Bernanke.
La scelta è poi caduta su Janet Yellen, ma è proprio alla Fed che anche Brainard pare destinata. Ha annunciato le dimissioni dal ministero del Tesoro (1) e ora tutti si aspettano una sua nomina nel Board della banca centrale, dove di fatto potrebbe continuare a fare quello che ha fatto finora: mediare, negoziare, far sentire la voce e il peso degli Stati Uniti nel resto del mondo.
C’è una grande intesa tra la Yellen e la Brainard, cementato in questi anni di lavoro appaiate, con l’obiettivo di convincere gli alleati in giro per il mondo a sostenere – o almeno a non affossare – la ripresa americana. A differenza di quanto avvenuto in politica estera, dove tra menefreghismi e spiate la Casa Bianca di Obama ha fatto terra bruciata attorno a sé deludendo buona parte dei suoi alleati (come l'aver chiamato il premier israeliano “a pain in the ass” (2) non aiuterà a negoziare la pace tra Israele e i palestinesi, per dire), le due signore sono riuscite a ottenere gran parte dei loro obiettivi di collaborazione.
Blainard è cresciuta nella Polonia e nella Germania dell’est, prima della caduta del muro di Berlino, e ha quindi un’esperienza personale dell’Europa comunista e poi delle liberalizzazioni successive: dicono tutti che quando parla con gli europei è una delle poche a non risultare aggressiva o “imperialista”. Ha doti diplomatiche molto spiccate, e queste saranno utili anche e soprattutto a Yellen ora che guida la Federal Reserve: è necessaria una strategia globale, e pochi free rider per far sì che la ripresa sia equilibrata e quindi sostenibile. L’Europa perennemente divisa su tutto lo è anche sui tassi di crescita attuali e previsti, l’America delle dame della Fed invece vuole armonia, collaborazione.
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