I bilanci pubblici possono essere giudicati sui numeri correnti, oppure su quelli tendenziali. In entrambi i casi, l’Italia è messa molto meglio di quanto comunemente si creda. Qui si discute del bilancio pubblico aggregato, non della composizione delle spese e delle entrate su cui, invece, si avrebbe molto da ridire (1).
Nel primo caso, quello dei numeri correnti, si osservano il saldo primario (il saldo del bilancio dello stato prima del pagamento degli interessi) e il debito pubblico. Ci si chiede quale saldo primario possa portare il debito pubblico sotto controllo. Se il saldo primario da ottenere è d’entità modesta, allora non vi dovrebbero essere dei costi politici esorbitanti e viceversa.
Nel secondo caso, quello dei numeri tendenziali, si proietta il bilancio pubblico a legislazione invariata e si vede che cosa accade nel corso dei decenni. Se la popolazione invecchia velocemente, come le statistiche demografiche mostrano, allora aumentano gli oneri pubblici. Nel 2060 in Europa dovrebbe esserci un pensionato ogni due lavoratori, e non uno ogni quattro come avviene oggi.
Un esempio chiarisce il punto. Si abbiano due paesi. Uno con un gran debito pubblico e la riforma delle pensioni volta a contenerle già in essere. L’altro con un piccolo debito pubblico e la riforma delle pensioni volta a contenerle ancora da intraprendere. Invecchiando la popolazione, il debito pubblico del primo paese cresce, ma il debito pubblico del secondo paese cresce ancora di più. Se la popolazione invecchia molto velocemente e il sistema delle pensioni non è riformato, il secondo paese si trova alla fine dei decenni della proiezione con un debito pubblico maggiore di quello del primo paese. Si fanno allora i conti sul saldo primario che deve essere ottenuto per impedire che il debito esploda. Per il primo paese si avrà un saldo primario contenuto, per il secondo un saldo primario di notevole entità. Si possono complicare i calcoli e aggiungere alla spesa per pensioni la spesa per la sanità, anche questa in crescita per effetto dell’invecchiamento della popolazione.
Nel caso dei numeri correnti l’Italia è messa comparativamente meglio di quasi tutti i paesi sviluppati, secondo i calcoli dell’Ocse (2). Nel caso dei numeri tendenziali che tengono conto delle pensioni, l’Italia è messa meglio di quasi tutti i paesi europei, secondo i calcoli del Fondo Monetario (3). Nel caso dei numeri tendenziali che tengono conto sia delle pensioni sia della sanità, l’Italia è messa molto meglio degli altri paesi sviluppati, secondo i calcoli della Banca dei Regolamenti Internazionali (4).
(1) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/la-crisi-in-corso-e-litalia.html
(2) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/un-futuro-quaresimale.html
(3) http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=1653191
(4) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/i-debiti-pubblici-proiettati-al-2050.html
Nel secondo caso, quello dei numeri tendenziali, si proietta il bilancio pubblico a legislazione invariata e si vede che cosa accade nel corso dei decenni. Se la popolazione invecchia velocemente, come le statistiche demografiche mostrano, allora aumentano gli oneri pubblici. Nel 2060 in Europa dovrebbe esserci un pensionato ogni due lavoratori, e non uno ogni quattro come avviene oggi.
Un esempio chiarisce il punto. Si abbiano due paesi. Uno con un gran debito pubblico e la riforma delle pensioni volta a contenerle già in essere. L’altro con un piccolo debito pubblico e la riforma delle pensioni volta a contenerle ancora da intraprendere. Invecchiando la popolazione, il debito pubblico del primo paese cresce, ma il debito pubblico del secondo paese cresce ancora di più. Se la popolazione invecchia molto velocemente e il sistema delle pensioni non è riformato, il secondo paese si trova alla fine dei decenni della proiezione con un debito pubblico maggiore di quello del primo paese. Si fanno allora i conti sul saldo primario che deve essere ottenuto per impedire che il debito esploda. Per il primo paese si avrà un saldo primario contenuto, per il secondo un saldo primario di notevole entità. Si possono complicare i calcoli e aggiungere alla spesa per pensioni la spesa per la sanità, anche questa in crescita per effetto dell’invecchiamento della popolazione.
Nel caso dei numeri correnti l’Italia è messa comparativamente meglio di quasi tutti i paesi sviluppati, secondo i calcoli dell’Ocse (2). Nel caso dei numeri tendenziali che tengono conto delle pensioni, l’Italia è messa meglio di quasi tutti i paesi europei, secondo i calcoli del Fondo Monetario (3). Nel caso dei numeri tendenziali che tengono conto sia delle pensioni sia della sanità, l’Italia è messa molto meglio degli altri paesi sviluppati, secondo i calcoli della Banca dei Regolamenti Internazionali (4).
(1) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/la-crisi-in-corso-e-litalia.html
(2) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/un-futuro-quaresimale.html
(3) http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=1653191
(4) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/i-debiti-pubblici-proiettati-al-2050.html
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