È vero che il peggio – inteso come caduta continua dell’attività economica – è alle spalle, ma una ripresa veloce è molto improbabile. I mercati azionari continuano a salire ogni giorno senza mai fermarsi – non diciamo flettere – neppure di fronte ai numeri che smentiscono la ripresa «facile». La giustificazione è che sta tornando l’«appetito per il rischio», che anticipa i «numeri buoni» che arriveranno il prossimo anno. Ossia, i prezzi stanno incorporando i «numeri buoni» della ripresa. Si potrebbe far notare che, se arrivano i «numeri buoni», allora i prezzi già li scontano, mentre se non arrivano i prezzi debbono flettere.
Per cercare di minare questa pericolosa esuberanza, riportiamo l’opinione di Goldman Sachs («la» banca d’affari), di Paul Krugman («il papa» degli economisti liberal) e di Mervyn King (il governatore della banca centrale inglese – la «vecchia signora», come è chiamata, sorta di Juventus fra le banche centrali). I primi due dicono la stessa cosa: stiamo avendo una ripresa legata al ciclo delle scorte (1) e alla propulsione delle spesa pubblica, ripresa che l’anno prossimo sarà probabilmente esaurita. Il terzo ricorda di non confondere il livello e la variazione (2).
Più precisamente: Hatzius, il capo degli economisti di Goldman Sachs, si aspetta «the second half of 2009 ... to be quite strong»; tuttavia, «"in 2010 we’ll probably see some renewed deceleration in growth". He sees temporary measures including the inventory cycle and the fiscal stimulus as being responsible for “growth in the second half of 2009, but … by late 2010 that number is going to be somewhere around zero”».
http://www.investmentpostcards.com/2009/09/14/hatzius-on-us-growth-rates-and-economists/
Krugman scrive che «there’s a tendency to treat worries about a double dip as outlandish, as something only crazy people like the people who, um, predicted the current crisis worry about. But there are some real reasons for concern. One is that the lift from fiscal stimulus will start to fade out in a couple of quarters. Another is that most of the boost we’re getting now is tied to inventories. And that’s a one-time thing».
http://krugman.blogs.nytimes.com/2009/09/15/macro-situation-notes/
King sostiene che «it is very important not to lose sight of the fact that growth rates don’t tell the story. It is the levels that really matter ... The depth of the recession is great and it will continue even if we get a small positive growth rate over the next few quarters».
http://www.ft.com/cms/s/0/0b9cd7e8-a22e-11de-9caa-00144feabdc0.html
(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/il-ciclo-delle-scorte.html
(2) Se l’economia flette del 5% e poi cresce dell’1%, si ha che, partendo da 100, si arriva a 95 e poi a 96. Dunque si è avuta una variazione, ma il livello resta basso.
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