MacDonald ha chiuso i suoi ristoranti in Islanda. A causa della svalutazione della moneta islandese, il costo della carne e delle insalate per fare i panini è diventato troppo alto. La carne e le insalate – a causa del clima islandese – sono importate dall’Europa e dunque pagate in euro, che si è rivalutato dell’80% sulla corona. Per bilanciare i maggiori costi il BigMac finirebbe per costare 780 corone, invece delle 650 attuali. A quel prezzo la domanda di panini da parte degli avventori islandesi – secondo MacDonald – cadrebbe. E dunque, per evitare le perdite, i suoi ristoranti sono chiusi.

 

Anni fa «The Economist» aveva inventato un modo per sapere se le diverse monete erano care o a buon mercato. Il BigMac è identico ovunque, e perciò se, per esempio, a New York il panino, dove è cucinato con carni statunitensi, costa un dollaro e a Berlino, dove è cucinato con carni europee, ne costa due, allora l’euro è sopravalutato. Non si aveva ancora l’esperienza di un panino fatto interamente con beni importati da paesi con moneta forte in un piccolo paese che ha appena svalutato.