Il patto di stabilità (SGP, Stability Growth Pact) definisce i tempi di rientro dei debiti e dei deficit pubblici per i paesi appartenenti all’area euro. Relativamente al rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo i tempi di rientro prevedono il raggiungimento della soglia del 60% in un arco temporale di venti anni. Nel caso dell’Italia significa erodere circa tre punti percentuali di rapporto debito/PIL all’anno entro il 2033. Essendo un indicatore fatto di due componenti, il debito e il PIL, è il movimento combinato di entrambi a muovere il rapporto. Per raggiungere l’obiettivo è necessario che il numeratore (debito) continui a scendere e il denominatore (PIL) continui a salire, ovviamente a ritmi più elevati possibili.
L’altro indicatore di riferimento è il rapporto tra deficit e PIL. In questo caso il numeratore non è più lo stock di debito cumulato nel tempo ma il flusso annuo di debito; così come è il rapporto con il PIL ad essere monitorato e sottoposto a vincoli. In questo caso, il limite stabilito prima che scatti la procedura di infrazione è il 3%. Questo indicatore è importante perché è il generatore (o distruttore…) di indebitamento ed è il meccanismo che permette il raggiungimento dell’obiettivo precedente. Lo stato dell’arte degli accordi comunitari ha introdotto degli obiettivi di medio termine (MTO, Medium-Term Objective) entro i quali gli stati devono ottemperare ad alcuni vincoli intermedi.
In particolare, gli stati con debito/PIL sopra il 60% non possono superare lo 0,5% del rapporto deficit/PIL strutturale (ovvero al netto degli effetti del ciclo economico) mentre gli stati al di sotto del 60% di debito/PIL possono arrivare fino all’1%. Preme ricordare che questa seconda opzione non coinvolge molte nazioni dell’area euro essendo ormai quasi tutte oltre la soglia del 60% (sotto rimangono Slovacchia, Finlandia, Lussemburgo ed Estonia). Conseguentemente, a partire dal livello di deficit (surplus) corrente, la Comunità europea ha definito un obiettivo di medio termine e la relativa scadenza temporale per ogni singolo stato. Esautorata la Germania, che parte da una condizione di surplus pubblico, gli altri paesi hanno vincoli e date diverse. Secondo le previsioni l’Italia è il paese che per primo dovrebbe rispettare il suo vincolo, partendo da un deficit dello 0,5% e dovendo raggiungere il pareggio nel 2013. All’estremo c’è l’Irlanda che, partendo da un deficit strutturale del 6,9% non riuscirà ad azzerarlo prima del 2019.
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