Venerdi scorso sono usciti i numeri sulla crescita dell'occupazione negli Stati Uniti. Sono stati creati pochi posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione è sceso molto. La discesa del tasso di disoccupazione è dipeso non tanto dalla crescita dell'occupazione quanto dalla riduzione del numero di quelli che cercano lavoro.
La qual cosa spinge a chiedersi se la Banca Centrale vorrà ridurre molto gli acquisti di obbligazioni, oppure continuerà con la modesta riduzione annunciata il mese scorso. La prima reazione dei mercati finanziari è stata quella di spingere all'insù (di poco) i prezzi delle obbligazioni, con ciò scontando la continuazione di una modesta riduzione degli acquisti di obbligazioni, e di spingere all'insù (di poco) il prezzo delle azioni, con ciò scontando che vi sarà ancora un travaso dal mercato delle obbligazioni a quello delle azioni. Insomma, la reazione è stata quella di attendere gli eventi futuri.
La discussione è concentrata su quello che farà la Banca Centrale nell'immediato, ossia se a fronte di una riduzione molto forte del tasso di disoccupazione agirà in direzione restrittiva, oppure no. Il tasso di disoccupazione si è ridotto per i molti che hanno rinunciato a cercare un lavoro, e l'occupazione è cresciuta nei settori dei servizi (1). Non abbiamo perciò avuto un segnale preciso sulla ripresa.
Infine, e questo è il dato maggiore, ma è poco discusso, la popolazione facente parte delle forza lavoro, la quale ultima include sia quelli che cercano lavoro sia quelli che hanno rinunciato, è tornata ad essere pari al livello del 1978 (2). Insomma, c'è sempre meno gente che lavora, come che vadano i numeri che sono pubblicati mensilmente.
(1) http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/user5/imageroot/2014/01/Jobs%20December.jpg
(2) http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/user5/imageroot/2014/01/LFP%20Participation.jpg
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