Sull’effettivo andamento dell’economia americana le opinioni sono decisamente discordanti. Sono particolarmente discordanti la posizione della Federal Reserve rispetto a ciò che i mercati finanziari esprimono attraverso la determinazione dei prezzi non solo delle società quotate, ormai in netta difficoltà, ma soprattutto in termini di prezzi delle obbligazioni governative decennali.
Un indicatore delle aspettative di crescita dell’economia americana viene elaborato dalla Federal Reserve di Atlanta e si chiama GDPNow! (*). Ha lo scopo di anticipare i risultati dell’andamento trimestrale del Prodotto Interno Lordo comunicato ufficialmente e periodicamente dal Bureau of Economic Analisys, il corrispondente dell’ISTAT italiano. Le previsioni prodotte dal GDPNow! non rappresentano l’aspettativa ufficiale della FED ma sono senz’altro uno strumento importante a disposizione dei governatori che decidono sulle politiche monetarie da attuare.
La situazione di divaricazione tra quanto indica il GDPNow! e quanto sottostà al livello attuale dei rendimenti decennali merita di essere considerata. I dati elaborati dal GDPNow! segnalano un’aspettativa di crescita del Prodotto Interno Lordo per il primo quadrimestre 2016 del 2,6% mentre il livello dei tassi decennali americani indica all’opposto una caduta di almeno mezzo punto percentuale, incorporando le aspettative recessive degli investitori.
Vista da un’altra angolazione, se ha ragione l’indicatore elaborato dagli economisti della FED di Atlanta il livello dei tassi decennali dovrebbe essere intorno al 2,4% rispetto all’1,7% attuale. Se ha ragione il mercato significa che i prossimi dati sull’andamento dell’economia americana possono solo essere disastrosi. Anche ad inizio dell’anno scorso la distanza era significativa e si è colmata attraverso una convergenza rapida delle due variabili che poi hanno ripreso a muoversi con una certa sincronia.
La distanza attuale è ancora più rilevante rispetto al recente passato ed il ricongiungimento dei due valori sulla falsariga di quanto avvenuto ad inizio 2015 comporterebbe comunque una revisione importante di entrambe le posizioni, sia quella chiaramente recessiva rappresentata dal mercato che quella sostenitrice della solidità della ripresa rappresentata dagli economisti della FED, con effetti non facilmente prevedibili su entrambi i versanti.
(*) https://www.frbatlanta.org/cqer/research/gdpnow.aspx?panel=1
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