Lo sciopero alle stazioni di benzina (1) è l’ultimo, pesantissimo sgarbo fatto dagli inglesi al loro governo. Mentre il Regno Unito si interroga su come sopravvivere a questa emergenza energetica – l’esecutivo aveva chiesto di comportarsi responsabilmente, senza successo – la domanda più pressante è: questo governo, costituito da un premier “ricco” e da i suoi amici altrettanto “ricchi”, può comprendere davvero le esigenze del paese, i suoi sacrifici?
A scatenare il dibattito (che in realtà c’è sempre stato) è stato il cosiddetto “pastygate”: il premier, David Cameron, per mostrarsi “normale” ha detto (2) di aver mangiato di recente un pasty, una specie di saccottino tipico della Cornovaglia, in un determinato posto – ma poi si è scoperto che ha sbagliato il nome del negozio e insomma si è pensato che non l’avesse nemmeno mangiato, il pasty (pare abbia mangiato un sausage roll, per la precisione (3)). Nei giorni precedenti, il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, aveva ammesso di non ricordarsi l’ultima volta che aveva mangiato un Cornish pasty (4). Perché tanta attenzione per un panzerotto? Perché il governo vuole mettere l’iva su questo tipo di prodotti.
Il punto è tutto qui. Le tasse. A chi farle pagare? I ricchi, i ricchissimi, quelli con la doppia casa, quelli con lo yacht? La copertina dello Spectator (5), magazine cameroniano, dà la risposta: pagano le nonnine, i pensionati. Quando il 21 marzo (6) Osborne ha presentato il nuovo budget, le reazioni iniziali sono state tiepide tendenti verso il caldo: ha ripetuto molte volte che la politica ora è tutta concentrata sulla crescita, e poiché era quello che tutti volevano sentirsi dire, tale insistenza è sembrata positiva. Ma poi, finito l’iniziale (e parziale) entusiasmo, è passato il messaggio che questo governo d’élite favorisce i suoi amici, cioè l’élite. Ecco che allora il gran peso delle tasse sarà portato dalla classe media, che non ci vuole stare.
Osborne – il golden boy dell’esecutivo – sembra che non abbia più il suo tocco e tutte le critiche sono rimaste in campo conservatore. I laburisti in crisi sottolineano la questione dell’élite, ma non ne sono immuni. Sono i conservatori che guidano questa danza deleteria per Cameron, perché si fonda su una realtà – le ville in campagna, una vita ovattata – che lui, con le sue sofferenze personali e il suo piglio diretto, aveva cercato di affossare.
Ci era quasi riuscito, prima che il pregiudizio nei suoi confronti tornasse, fortissimo, a suon di editoriali e – quel che più conta – di scioperi. Se qualcuno suggerisce di accogliere “gente normale” (7) nel governo, qualcuno pensa che sia già una causa persa. Che cosa ne sanno loro del mondo? Niente (8), risponde Charles Moore, uno che ha anche lui studiato a Eton, e che ha diretto giornali conservatori, ma ora non ne può più.
-
http://www.guardian.co.uk/news/blog/2012/mar/29/fuel-panic-live-updates-petrol
-
http://www.guardian.co.uk/politics/2012/mar/28/pasty-tax-pm-seeks-heat-hot-pie-row
-
http://www.thesun.co.uk/sol/homepage/news/politics/4223620/LET-THEM-EAT-COLD-PASTY.html
-
http://www.express.co.uk/ourcomments/view/311578/Patrick-O-Flynn?
© Riproduzione riservata