2. quelli delle obbligazioni private: le obbligazioni di minor qualità hanno ora un differenziale di rendimento rispetto alle obbligazioni del tesoro inferiore al picco dello scorso anno; 3. quelli delle obbligazioni pubbliche: salgono i rendimenti, segno che la ricerca spasmodica di titoli senza rischio è meno marcata; 4. quelli azionari: alcuni sono saliti dal minimo giornaliero del 20 novembre del 20% circa.
Si può dire che i mercati hanno riacquistato una qualche fiducia grazie alle politiche monetarie non ortodosse e grazie alle politiche fiscali annunciate? Si, certamente, ma non è ancora detto che abbiano definitivamente ragione.
Mancano ancora due verifiche: 1. come reagiranno ai risultati del quarto trimestre 2008. Se il PIL statunitense variasse in ragione annua del 5% e se gli utili flettessero del 10%, come è possibile; 2. andando più in là, se si vede che il grosso della spinta monetaria si è esaurito, avendo impedito solo l’avvitamento, e se si vede che la spinta fiscale arriva tardi ed è modesta”.
Quel che sta accadendo da allora è la registrazione della difficoltà di rilanciare l’economia e dei risultati delle imprese. Ad ora, sommando i risultati del IV trimestre 2008 che sono usciti ai risultati stimati per le imprese che non hanno ancora dichiarato i risultati effettivi, si ha una flessione degli utili negli Stati Uniti,del IV trimestre 2008 sul IV trimestre 2007, di circa il 20%. La stima della flessione degli utili al 6 gennaio era del 10%. La strada è lunga ed in salita. Inoltre, dagli inizi di gennaio si è ben visto che le banche vanno molto peggio delle previsioni (Citigroup, Bank of America, Royal Bank of Scotland), e che chiedono ancora aiuto.
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