Intorno alla metà di agosto il mercato azionario statunitense, che guida tutti gli altri, era flesso, ma poi era subito risalito. Oggi è ricaduto, tornando al livello precedente il ripiegamento di metà agosto. La nostra analisi è sempre la stessa (1), (2), (3), e quindi non ci stupiamo di fronte alla flessione. Abbiamo poco o niente da aggiungere alle considerazioni già proposte. Vedremo come si svolgeranno le cose nei prossimi giorni.

Settembre è il mese peggiore – da un secolo – per le azioni. Che si prenda la media o si prenda la mediana dei risultati, settembre resta il mese più critico dell’anno. Dal punto di vista dell’economia intesa come scienza, perché sia così è un «nonsenso». Infatti, se penso che settembre sia il mese peggiore, allora vendo il 31 agosto. Se però tutti pensiamo che settembre sia il mese peggiore, allora tutti venderemo il 31 agosto. A quel punto, a me conviene vendere il 30 agosto. Lo possono però fare anche tutti gli altri. E dunque venderò il 29 agosto. E via dicendo.
 
Dunque l’andamento «nero» di settembre non si dovrebbe manifestare, perché tutti – se razionali – venderanno prima, ossia spalmeranno le vendite prima di questo mese. Perché settembre sia il mese peggiore resta dunque un mistero il cui segreto alberga nella mente degli operatori. Insomma, c’è gran lavoro per gli psicologi. L’economia, intesa come scienza, non riesce a dare una spiegazione.