I “bamboccioni” - quelli che non sono più bambini, ma che vivono con i genitori – sono scherniti da tutti. Essi sono tali perché educati male e mammoni, oppure c'è una ragione di natura economica? Si hanno due tipi di mammoni, quelli statunitensi e quelli italici.
Il grafico mostra l’esplosione del bamboccione made in USA
Che cosa è accaduto negli Stati Uniti che possa illuminare l’andamento del grafico? Il reddito individuale dei singoli esponenti della middle class non è, al netto dell’inflazione, cresciuto, mentre è cresciuto il reddito famigliare. La differenza è dovuta all’ingresso delle donne nel mondo del lavoro. L’analisi si riferisce a una famiglia con due figli che ha un reddito vicino a quello mediano, con entrambi i genitori che lavorano. I prezzi dei beni alimentari, dell’abbigliamento, dell’elettronica di consumo, degli elettrodomestici sono scesi molto. Ossia, i loro prezzi sono cresciuti meno dell’inflazione media.
Quindi, se il reddito individuale è rimasto circa invariato, tenendo conto dell’inflazione, e quello famigliare è cresciuto, perché si lavora in due, la famiglia media oggi compra più beni alimentari, abbigliamento eccetera rispetto ad una volta. Tante sono le ragioni della discesa dei prezzi: dalla grande distribuzione ai guadagni di produttività. La famiglia media spende quindi meno per mangiare, vestirsi eccetera; invece, spende di più per usare l’automobile. Ma i prezzi delle automobili sono scesi. Come è possibile spendere di più? Le famiglie medie debbono avere due automobili per poter crescere i figli, portarli a scuola e recarsi a lavorare in posti diversi.
La famiglia media può comprare comunque, anche contando le due automobili, molti più beni di una volta, quando consuma prodotti industriali. Da un punto di vista materiale dovrebbe quindi stare meglio. E invece no, perché sono saliti i prezzi dell’istruzione e delle assicurazioni sanitarie. Ma soprattutto è salito il prezzo delle abitazioni, comprar casa o affittarla costa di più. La crescita dei prezzi dei servizi si è mangiato il guadagno legato alla caduta dei prezzi dei beni industriali. E il tenore di vita alla fine non è cambiato gran che.
Inoltre, la struttura dei prezzi relativi penalizza chi ha figli. Infatti, chi ha figli deve avere due automobili, ha maggiori spese sanitarie, le case costano di più se sono vicine alle scuole migliori. In aggiunta, se una volta bastavano 12 anni di studio, dall’asilo al diploma, per avere un reddito decoroso, oggi sono necessari 18 anni, dalla scuola materna alla laurea, per avere lo stesso reddito. La produttività dell’istruzione è scesa.
La middle class con figli è alla fine insicura e infelice. Una volta, a fronte di un capovolgimento della fortuna, come la disoccupazione, si potevano post porre i consumi. Si comprava il frigorifero nuovo solo dopo che si era trovato un nuovo lavoro. Insomma, le spese erano più elastiche di oggi e una flessione temporanea del reddito non metteva in particolare difficoltà le famiglie. Oggi le spese sono diventate più rigide, perché non si può post porre il pagamento delle rate delle case, della scuola eccetera, e quindi anche una flessione temporanea dei reddito mette in seria difficoltà le famiglie. Oggi una crisi economica morde le famiglie meno abbienti più che in passato.
Quanto detto sugli Stati Uniti contribuisce a illuminare la vicenda dei bamboccioni nostrani, ossia degli italiani pigri che vivono in famiglie di medio reddito fino a quarant’anni, studiando svogliatamente fino ai trenta nelle scuole statali. In un mondo in cui i genitori vivono esattamente fino a ottant’anni, e i cui figli, sempre rigorosamente nel numero di due, fanno, a loro volta, sempre e solo due figli ed esattamente a quarant’anni, il patrimonio immobiliare si trasmette da una generazione all’altra. In questo modo si evitano i rischi maggiori delle famiglie statunitensi, legati all’alto prezzo degli immobili. Inoltre, in Italia il costo per educare i figli è a carico della fiscalità generale, e quindi un’istruzione accettabile non viene meno se uno perde il lavoro o guadagna poco.
Abbiamo, per le famiglie di medio reddito, una biforcazione, se le case e i figli costano troppo: 1) l’opzione statunitense, ossia andare a vivere da soli da giovanissimi facendo pure subito dei figli, e prendendosi un gran rischio, se arriva una recessione, dovendo pagare la casa e l’istruzione; 2) l’opzione italiana, ossia vivere a lungo con la mamma, fare figli solo quando la sveglia biologica suona ripetutamente e, una volta fatti, pagarne l’istruzione con le imposte proprie e altrui, e quindi, alla fine, rischiare pochissimo se arriva una recessione.
In conclusione, il grafico mostra che - oggi rispetto al periodo ante crisi - si ha una maggiore avversione al rischio negli Stati Uniti.
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