Una volta negli Stati Uniti i più abbienti pagavano delle imposte molto elevate – negli anni cinquanta il 91% per i redditi sopra il 400 mila dollari di allora. Un'aliquota nello spirito di quella odierna di Hollande – il 75% sopra il milione di euro. Poi, dagli anni ottanta, le aliquote negli Stati Uniti sono scese per i redditi maggiori fino al 35%. Il passaggio simbolico fu il referendum celebrato nel 1978 in California (Proposition 13) che limitava le imposte sulla proprietà al'1% del valore. In California è stato appena celebrato un nuovo referendum (Proposition 30) che rialza le imposte solo per i più abbienti – quelli che hanno redditi sopra i 250 mila dollari.
La pessima condizione delle finanze statali avrebbe spinto al taglio della spesa per l'istruzione, che, invece, sarà finanziata dalle maggiori imposte (1). I californiani che votano sono qualche milione, quelli che guadagnano più di 250 mila dollari sono meno di mezzo milione. E dunque si capisce perché le elezioni siano state vinte da chi non è toccato dalle nuove imposte. Anche Obama ha posto a 250 mila dollari il reddito sopra il quale rialzare le imposte. Il quale Obama ha ricevuto più voti dei Repubblicani dagli Ispanici, dagli Afro- americani, e dalle donne. Ossia, ha ricevuto più voti da quelli che hanno più bisogno dei “trasferimenti” - pensioni, sussidi di disoccupazione e invalidità, tessere alimentari. Già oggi la metà delle famiglie statunitensi riceve almeno uno di questi trasferimenti
E' iniziata una parabola storica di segno opposto a quella detta “liberista” - quella sorta alla fine degli anni settanta e guidata dalla Thatcher e da Reagan? La parabola consisteva nella riproposizione – dopo la pausa iniziata negli anni trenta e durata fino agli anni settanta - della libertà individuale e delle minori imposte. In slogan: Meno Stato Più Mercato. Che sia iniziata o meno la parabola inversa ancora non sappiamo. Abbiamo però un segnale: una delle espressioni più importanti della campagna elettorale di Obama è stata: “You didn’t build that” (“non siete stati voi a costruire tutto questo”). Che cosa vorrà mai dire? Credere che esista un unico protagonista della propria sorte - Faber est suae unusquisque fortunae – è sbagliato. Esistono le istituzioni e le condizioni di partenza e queste contano molto nella vita di ciascuno. Nessuno può attribuirsi tutto il merito o tutta la colpa del proprio successo o insuccesso. Se poi uno è anziano – e gli anziani stanno diventando sempre più numerosi - non ha più modo di avere una “seconda occasione”. Dunque si ha una riproposizione dello Stato come co-protagonista della fortuna e garante del benessere degli individui. Tradotto per la finanza: la spesa pubblica potrà essere limitata ma non troppo, mentre le imposte resteranno elevate.
(1) California Proposition 30, una vittoria della middle class?
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