L’esplosione dei prezzi dei titoli tecnologici da gennaio 2015 è evidente. Non sarebbe di particolare significato se non si trattasse di capitalizzazioni tra le maggiori dei mercati azionari mondiali. Una simile performance si giustificherebbe per società di dimensioni minori che solitamente sperimentano tassi di crescita più elevati della media.

Il fenomeno diventa una anomalia se riguarda società di tali dimensione da comportare una crescente concentrazione delle Borse mondiali e una riduzione della diversificazione settoriale. L’anomalia si accentua ulteriormente se si considera la contemporanea drastica riduzione della popolazione di società quotate registrata dalla Borsa americana. Il risultato finale si traduce in strutture borsistiche con sempre meno società quotate e di dimensioni sempre maggiori.

L’analisi dell’impatto sugli indici di Borsa americani richiede dei passaggi lenti e laboriosi. Partiamo dai tre indici più importanti: il NYSE che è il più ampio, lo S&P500 che contiene le società maggiori e il Dow Jones Industrial che comprende i trenta campioni globali della corporate americana.

La composizione dell’indice che comprende milleseicento società quotate americane, il NYSE con una capitalizzazione di 30 mila miliardi di dollari, non segnala un impatto significativo della crescita del peso del mondo tech. Il settore finanziario è dominante con oltre il 20% della capitalizzazione di Borsa, seguito dai farmaceutici e dai petroliferi. Il settore tech è quinto per importanza e l’indice mostra una notevole diversificazione tra i settori.

La composizione dell’indice successivo, S&P 500 con 25 mila miliardi di dollari di capitalizzazione, è già diversa. Il settore tech rasenta il 20% ed è al primo posto. Farmaceutici, finanziari e telecomunicazioni seguono tra il 10% e il 15% e il grado di diversificazione si riduce notevolmente rispetto al NYSE.

La diversificazione settoriale si riduce drasticamente nel caso del Dow Jones Industrial. Le società tech superano il 35% del valore dell’indice. Il secondo settore, Farmaceutico, è meno della meta del Tecnologico e due settori, Materie Prime e Pubblici Servizi, spariscono.

Per avere una visione di questo fenomeno si può fissare a 100 il valore degli indici alla data del 1 gennaio 2015. Da allora l’indice NYSE è cresciuto del 17%, lo S&P500 il 37%, il Dow Jones il 47%, il Nasdaq Composite il 60% e il Nasdaq 100 il 70%. Nel campione della società, oltre alle FAAMG (vedi la tabella), sono inseriti per la loro rilevanza tre altri nomi: Tencent, Alibaba e Netflix. Appare evidente, se mai fosse servita una conferma, l’effetto volano dei titoli tech che ha determinato anche la crescita della concentrazione perlomeno dei due indici più seguiti e nonostante la caduta recente di Amazon, Netflix e Tencent.

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