Le borse salgono, contando su una forte ascesa degli utili nella seconda parte del 2009 e poi ancora nel 2010. Senza quest’ascesa degli utili, i prezzi sarebbero molto elevati e i mercati finirebbero per scendere. Le previsioni e i risultati effettivi – in termini di utili – delle imprese statunitensi sono presentati con due metodi: uno tiene conto di tutte le poste ordinarie e straordinarie; l’altro solo dei risultati, che secondo le imprese meglio rendono l’idea della tendenza. Per evitare qualsiasi confusione, possiamo usare i dividendi: ossia la parte degli utili distribuita dalle imprese secondo l’idea che quel reddito è effettivamente prodotto, anche relativamente stabile e quindi distribuibile. La previsione (1) è che nel 2010 il livello dei dividendi sarà pressoché invariato rispetto al 2009.

Il primo grafico mostra i dividendi (noti) nel corso del tempo:
http://4.bp.blogspot.com/_5aAsxFJOeMw/SoLsE82UP0I/AAAAAAAACnk/dDalHaSMHbQ/s1600-h/SP500-DvsT-Dec-1991-to-Jul-2009.PNG

Mettendo a confronto l’andamento dei dividendi con quello dell’indice, si vede che la borsa sale regolarmente – andamento blu e verde – solo quando la crescita dei dividendi è regolare. Quando i dividendi non salgono – andamento arancione e rosso – la borsa cade, rimbalza, cade, eccetera.
 
Ecco il grafico della borsa per confronto con il grafico dei dividendi mostrato prima: 
http://3.bp.blogspot.com/_5aAsxFJOeMw/SoLsgsO8E5I/AAAAAAAACn0/j_sg2xSAf9g/s1600-h/SP500-PvsT-Dec-1991-to-Jul-2009.PNG

Il secondo grafico – quello con gli istogrammi – mostra la stima implicita dei dividendi come si ricava dai contratti future (1):
http://3.bp.blogspot.com/_5aAsxFJOeMw/SoMyrZlAxuI/AAAAAAAACoE/mkHtbR_NFMg/s1600-h/SP500-QDPS-2005-2010-as-of-12-Aug-2009.PNG

Si tenga conto che nel primo grafico i dividendi sono annuali, nel senso del calendario, e che quando non siamo alla fine dell’anno, come oggi, sono quelli degli ultimi dodici mesi, quindi dal 1° luglio del 2008 al 30 giugno del 2009. Nel secondo grafico – con gli istogrammi – i dividendi sono quelli trimestrali. Se si sommano i risultati del 2010 si arriva a 22 dollari. Questi 22 dollari sono i dividendi come numero indice da mettere in rapporto allo Standard & Poor’s 500, che è a 1.000 punti. La previsione è, per il 2010, di dividendi sostanzialmente piatti rispetto a quelli del 2009.
 
Abbiamo dunque un andamento che possiamo definire di stabilizzazione, proprio come indica il verbo usato ieri dalla banca centrale degli Stati Uniti per definire l’andamento dell’economia: leveling off. Non abbiamo, in conclusione, un miracoloso «balzo in avanti».

A chi contestasse questa conclusione, asserendo che le previsioni sugli utili sono migliori, possiamo proporre questa scelta. Credere alle previsioni delle grandi case finanziarie. Non crederci. È vero che il futuro non è eguale al passato, come recitano i prospetti dei fondi comuni, però è anche vero che il passato qualche cosa vorrà pur dire.

Per andare incontro ai dubbiosi, mostriamo il grafico con le previsioni degli analisti messe a confronto con i risultati effettivi. Non si può negare che vi sia una manifesta propensione a vedere le cose sempre in miglioramento:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/previsioni%20degli%20analisti.jpg

Gli analisti di borsa hanno, appunto, una propensione a vedere le cose in continuo miglioramento. Gli economisti – sempre dell’industria finanziaria – hanno una propensione a vedere una crescita costante dell’economia e totalmente incapace di cadute, come mostra il grafico:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/previsioni%20degli%20economisti.jpg


(1) http://www.indexarb.com/dividendAnalysis.html