È Pasqua. Bisognerebbe guardare con speranza al futuro, ma è difficile. La tradizione cristiana, nella sua festa più importante, dice che l’errante rabbi galileo – storicamente esistito – è risorto. Alethòs. Cioè, veramente. Qui è questione di fede, lo sappiamo, ovvero quella soglia esistenziale dove la notte è spesso in agguato. A rabbuiarci, adesso, ci sono l’Ucraina, lo spettro della guerra globale, la bomba demografica su cui siamo seduti e che fingiamo di non guardare, gli immigrati nel Mediterraneo, una diffusa e isterica indifferenza.

Ho un padre di quasi 95 anni, l’ultimo dei nostri vecchi, che la geriatria e la medicina definiscono un “grande anziano”. Si perde nelle nebbie della memoria, si spaventa per un nonnulla, si aggrappa al dito della mia mano. Dopo di lui sarò in prima fila. Le immagini dei telegiornali lo riportano alle emozioni e ai ricordi della Seconda guerra mondiale, alle sirene e alle bombe che sentiva esplodere nei rifugi. Si consuma, soffre. Ogni tanto, chiede avido dei necrologi sul quotidiano per sapere dei suoi amici o già scomparsi o che se ne stanno andando in fila indiana. Bisbiglia lucido: «Perché ci fate vivere così a lungo?».

È il ciclo della vita, ma fa riflettere. Avremo sempre più vecchi tra noi e dovremo provvedere. Adesso non lo facciamo o lo facciamo male, tra mille difficoltà. Penso alle badanti, a queste donne straniere (o già concittadine italiane) che hanno spesso i familiari in Romania o in Moldavia se non sfollati dall’Ucraina, in qualche zona remota dell'Asia, dell'Africa, dell'America Latina. Per lavoro si prendono a cuore i nostri anziani, li seguono con pazienza, si affezionano, li accarezzano e li baciano in fronte. Diventano di famiglia. Non sempre è così. Però, quando si è fortunati, interpretano questo ruolo con garbo. Bisognerebbe tessere un elogio di queste creature: il personale domestico regolare sfiora il milione nel nostro Paese; un pari numero è in “nero”. Ma come ci stiamo adoperando per aiutare l’emersione? E che sostegno viene dato, dalla politica, alle famiglie datrici di lavoro?

C’è una iniziativa molto interessante coordinata dal politologo Cristiano Gori: è il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, sottoscritto a luglio 2021 da un’ampia coalizione sociale che intende «elaborare proposte operative per la riforma sull’assistenza agli anziani non autosufficienti». In pratica, basta frammentazione di interventi, ma un percorso per «introdurre il Sistema Nazionale Assistenza Anziani in Italia». Un progetto della società civile che merita essere seguito con attenzione (e lo faremo presto su Mondo Economico).

Bisognerebbe che se ne occupasse di più l’economia: non solo perché la silver economy è terreno promettente, ma perché si apre un mondo negli anni a venire. C’è il welfare aziendale da implementare, per esempio; ci sono esperienze di vaglia nel mondo dei bancari in pensione che si mettono a disposizione di chi “non è bancabile”, portandolo alla responsabilità del microcredito e organizzando educazione finanziaria nelle scuole.

Di sostegno alla cura, soprattutto, dovrebbe interessarsi la politica: pensando agli anziani non come bacino elettorale, ma al contrario, per utilizzare la loro saggezza e progettare un futuro che favorisca la natalità. Qui la vedo molto più dura, ma mai perdere la speranza.

Certo, esiste un’Italia decisamente migliore di quella che emerge osservando la classe dirigente che bivacca nei palazzi romani. Ed è un po’ anche colpa nostra che li abbiamo mandati lì.

Tuttavia, ecco, è una «risurrezione delle buone relazioni» che dovremmo augurarci nel giorno di Pasqua.

Per evitare, anche culturalmente, che esorcizziamo in modo maldestro il tema della morte (quante volte succede?) e che mettiamo ai margini la terza e la quarta età. Ci sono le questioni etiche legate al fine vita da considerare: bisogna ragionarne, discutere, legiferare.

Le rughe sui volti non ci spaventino. In fin dei conti, come annotava Gabriel Garcia Marquez, «ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza». Buona Pasqua.