«Non perdiamo d’occhio i grandi merchant online: il caso Amazon». Se ne discuterà giovedì 31 marzo in un webinar del Centro Einaudi. Si parlerà di relazioni commerciali e di potere, tra grandi e piccoli produttori e commercianti; di proprietà dei dati di tutti noi quando operiamo nel web; di un modello di distribuzione e produzione che ha cambiato l’economia. Annoto: forse siamo solo all’inizio del cambiamento.

Cibernetica e comunismo   

Prendo la questione alla lontana, ma si capirà il perché. Cito, traducendo, da un articolo di Slava Gerovitch (2008), InterNyet: why the Soviet Union did not build a nationwide computer network, pubblicato dalla rivista History and Technology: «Nell’ottobre 1961, giusto in tempo per l’apertura del Ventiduesimo Congresso del Partito Comunista, il Consiglio Cibernetico dell’Accademia Sovietica delle Scienze pubblicò un volume appropriatamente intitolato La cibernetica al servizio del comunismo.  Il libro delineava i grandi benefici potenziali dell’applicazione di computer e modelli cibernetici in una vasta gamma di campi, dalla biologia e la medicina al controllo della produzione, i trasporti e l’economia. In particolare, l’intera economia sovietica fu interpretata come “un complesso sistema cibernetico, che incorpora un enorme numero di vari cicli di controllo interconnessi”. I cibernetici sovietici proposero di ottimizzare il funzionamento di questo sistema creando un gran numero di centri informatici regionali per raccogliere, elaborare e ridistribuire i dati economici per una pianificazione e gestione efficiente. Collegare tutti questi centri in una rete nazionale avrebbe creato "un unico sistema automatizzato di controllo dell’economia nazionale”».

Il progetto degli States

Negli Stati Uniti il progetto fu preso molto sul serio e già nel 1962 il Department of Commerce pubblicava un volumone fittamente dattiloscritto, con l’intera traduzione. Ne sono rimaste poche copie nel mondo, una l’ho avuto in prestito e ho copiato le parti di interesse economico: si possono leggere cliccando qui. In tutto 435 pagine, messe in vendita a 22,25 dollari (si deve moltiplicare per 8,6 per avere dollari del 2020, con risultato 191).

L’ultima favola russa

Oggi ben comprendiamo che il grande piano economico computerizzato non si è trasformato in realtà a causa di una serie di complessi contrasti tra i decisori molto più che per problemi tecnologici. Il problema principale fu il progetto di creare un sistema perfetto dall’alto verso il basso, dimenticando la necessità di procedere per tentativi ed errori, adattamenti e apprendimenti, come per necessità accade nello sviluppo di un sistema computerizzato ad ampio raggio. Certo mancavano anche le tecnologie, ma forse non fu il problema principale. Una lettura quasi in forma di romanzo, molto approfondita, sta nel libro di Francis Spufford, L’ultima favola russa.

Il machine learning e l’economia

Come fa Amazon a consegnarci oggetti, anche non routinari, in poche ore? Alimenta i suoi magazzini, molto decentralizzati, sulla base di previsioni e sappiamo che lo fa utilizzando un’intelligenza artificiale relativamente semplice. Un interessante articolo dell’Economist già nel 2019 citava "I memo di sei pagine di Amazon” indicando che «i dirigenti devono scriverne uno ogni anno, esponendo il loro business plan; (…) queste missive devono sempre rispondere a una domanda: come pensate di utilizzare il machine learning?».

La decisione di un grandissimo acquirente su quanto comprare non è lontana dal decidere quanto produrre; inoltre, scegliere i prezzi di vendita per quella produzione è molto vicino alla pianificazione dell’economia. Lo stesso vale per tutti gli oligopoli simili a Amazon, come Walmart e Alibaba.

Che sorpresa sarebbe stata per Enrico Barone – uno dei "tre di Losanna", meno citato di Léon Walras e Vilfredo Pareto, ma da studiare attentamente – autore nel 1908 del saggio «Il ministro della produzione nello stato collettivista» in cui, in estrema sintesi, giudicava impervio il compito di quel ministro, condannato a decidere senza avere i dati del mercato e senza poter fare esperimenti su ampia scala.

Le aziende oligopoliste e i moderni modelli di simulazione

La grande novità è che, con l’intelligenza artificiale e i moderni modelli di simulazione, è possibile riprodurre in laboratorio quei processi di prove ed errori, in un modo che lo sfortunato ministro ipotizzato da Barone non poteva nemmeno immaginare. Mentre l’intelligenza artificiale genera scelte possibili, i modelli di simulazione possono verificare abbastanza facilmente le conseguenze.

Le aziende oligopolistiche citate stanno facendo qualcosa di molto vicino a questo tipo di operazione. Un provocatorio libro di Phillips e Rozworski, del 2019, è ricco di esempi. Il titolo è assai significativo: The People’s Republic of Walmart: How the World’s Biggest Corporations Are Laying the Foundation for Socialism.

Le regole del commercio mondiale

Una certa maggior dose di ordine nell’economia del Mondo è necessaria: per la salvaguardia dell’ambiente, la riduzione delle disuguaglianze. In definitiva, per la pace.

Con la giusta pianificazione, possiamo reimpostare completamente le regole del commercio mondiale, con una nuova World Trade Organization che diventi ben più importante dell’inutile Onu o dell’imbarazzante Nato. Ovvio, quella a cui mi riferisco non è la pianificazione di Amazon e colleghi.