Inizio d'anno sprint per il mercato dell'auto. A gennaio le immatricolazioni risultano in crescita del 19%: 128.301 contro le 107.853 dello stesso mese del 2022, secondo quanto comunicato dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. «È un’apertura positiva del 2023 per il mercato dell'auto – sottolinea il presidente dell'Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) Paolo Scudieri - che fa seguito ai rialzi a doppia cifra registrati negli ultimi mesi del 2022 – anche grazie a un giorno lavorativo in più rispetto a gennaio 2022 (21 contro 20) e al confronto con un primo mese del 2022 in pesante ribasso (-19,7%)».

Il tipo di alimentazione

Analizzando nel dettaglio le immatricolazioni per alimentazione, le autovetture a benzina vedono il mercato di gennaio aumentare del 14,4%, con una quota di mercato pari al 26,5%, mentre le diesel crescono del 18,1% rispetto allo stesso mese del 2022, con una quota di mercato del 19,1%. Le auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 54,4% delle immatricolazioni del solo mese di gennaio e risultano aumentare del 18,4%.

Le auto elettrificate sono il 44% del mercato di gennaio, in aumento del 19,1%. Tra queste, le ibride non ricaricabili aumentano del 23,5% nel mese e raggiungono una quota del 36,7%. Le immatricolazioni di vetture ricaricabili aumentano dell'1,1% in gennaio e rappresentano il 7,3% del mercato.

Le auto elettriche, però, con una quota del 2,5% proseguono nel loro trend negativo (-11,2%), mentre le ibride plug-in crescono del 9,2% e rappresentano il 4,8% delle immatricolazioni di gennaio.

La questione degli incentivi

«Gli incentivi attualmente in vigore - sottolinea ancora il presidente dell'Anfia - rappresentano una risorsa importante che speriamo, nei prossimi mesi, possa risollevare almeno in parte le vendite di vetture a zero e a basse emissioni. Come previsto la fascia di incentivazione delle auto con emissioni di Co2 tra 61 e 135 g/km è quella che conta il maggior numero di prenotazioni e risulta già in esaurimento (con un residuo minore del 25% del fondo). Sarebbe utile - sostiene Paolo Scudieri - per favorire il rinnovo del circolante in ottica green, a nostro avviso, reinvestire le risorse avanzate dalla campagna di incentivazione 2022 in questa ultima fascia e nella fascia 0-20 g/km di Co2 degli incentivi 2023».

I modelli che tirano

Nel mese di gennaio, Fiat Panda, Lancia Ypsilon e Fiat 500 ibride occupano, rispettivamente, prima, seconda e quarta posizione tra le autovetture mild/full hybrid. Tra le PHEV, attualmente Jeep Compass è il modello più venduto e Jeep Renegade è al terzo posto. Tra le elettriche, Fiat 500 risulta ancora il modello più venduto. Ancora positivo il mercato per DR Automobiles, che incrementa le vendite dei suoi modelli del 9,2% rispetto al gennaio 2022.

In riferimento al mercato per segmenti, nel mese di gennaio le autovetture utilitarie e superutilitarie rappresentano il 34,2% delle vendite, in aumento del 5,9%. Il modello più venduto rimane Fiat Panda. Le auto dei segmenti medi hanno una quota di mercato del 9,5% a gennaio, in crescita del 17,9% rispetto al primo mese del 2022. I Suv hanno una quota di mercato pari al 53,7%, in aumento del 26,1%. In particolare, i Suv piccoli rappresentano il 27% del mercato del mese (+15,6% rispetto a gennaio 2022), i Suv compatti il 19,7% (+39,5%) ed i Suv medi il 5,8% (+42,2%), mentre le vendite di Suv grandi sono l'1,2% del totale (+15,2%). Il 26,7% dei Suv venduti è di un brand del Gruppo Stellantis. Monovolumi e multispazio rappresentano l'1,5% del mercato di gennaio ed aumentano del 30% rispetto allo stesso mese del 2022.

Il Gruppo Stellantis, nel complesso, totalizza nel mese 43.801 immatricolazioni (+13,2%), con una quota di mercato del 34,1%. Sono quattro i modelli del Gruppo nella top ten di gennaio, con Fiat Panda sempre in testa alla classifica (10.585 unità), seguita, al secondo posto, da Jeep Renegade (4.348) e al quarto, da Lancia Ypsilon (3582). All'ottavo posto, infine, Fiat 500 (3.119)

Il mercato dell'usato totalizza, invece, 392.248 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari a gennaio 2023, il 12,7% in più rispetto a gennaio 2022.

Nonostante la netta schiarita, però il superamento della "gravissima crisi apertasi nel 2020 con la pandemia e tutti i gravissimi eventi negativi che l'hanno seguita" non sembra essere così vicino. Per il presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano, infatti, "è legittimo attendersi che continui la serie positiva iniziata con la crescita dell'agosto scorso dopo tredici cali consecutivi, ma questo non significa che il mercato automobilistico italiano stia per superare la gravissima crisi apertasi nel 2020 con la pandemia.

La ripresa in atto - aggiunge - è dovuta essenzialmente ad un allentamento delle difficoltà dell'offerta generate dalla carenza di microchips e di altri componenti essenziali per la produzione di autovetture". Secondo Quagliano "per tornare alla normalità (e quindi a un volume di immatricolazioni vicino a 2 milioni di auto l'anno) occorre che vengano superati anche i fattori che hanno inciso negativamente sulla domanda ed, in particolare, occorre che finisca la guerra in Ucraina le cui conseguenze concrete e psicologiche hanno pesantemente influito anche sul mercato dell'auto". Il Centro Studi Promotor conferma, quindi, la previsione che stima le immatricolazioni nel 2023 in 1.500.000 autovetture con una crescita sul 2022 del 14% ma con ancora "un vuoto da colmare" rispetto al 2019, anno pre-pandemia, di oltre 400mila vetture.

Sulla stessa linea la posizione di Anfia che fa riferimento all'indagine Istat di gennaio, che stima una diminuzione dell'indice di fiducia dei consumatori, da 102,5 a 100,9 e dell'indice relativo all'opportunità attuale all'acquisto dei beni durevoli, tra cui l'auto, in calo rispetto a dicembre 2022 (da -84,8 a -100,7).

Una situazione in cui si colloca, inoltre, "l'aumento dei pedaggi del 2%, da gennaio 2023, su circa il 50% delle rete autostradale nazionale, con un ulteriore rincaro programmato a partire dal 1 luglio". "Un elemento - conclude il presidente dell'Anfia - che va ad aggiungersi agli altri fattori critici e di incertezza legati all'attuale congiuntura economica internazionale, che potrebbero continuare a condizionare negativamente le decisioni di acquisto nel nostro Paese anche nell'anno appena iniziato".