Fra i molti enigmi due sono particolarmente intriganti: 1) come si è prodotto il divario fra l'Europa e la Cina? 2) il protestantesimo favorisce lo sviluppo economico? La vicenda cinese mostra come la lontananza europea dagli unni e la frammentazione sempre europea che rendeva possibile la libera ricerca siano il segreto della distanza economica durata un millennio. La polemica sui protestanti frugali (le formiche) e i cattolici spendaccioni (le cicale) è una narrazione che possiamo classificare come appartenente al campo dell'”auto-compiacimento”.

1 - Unni e Mandarini

Sul primo enigma abbiamo una ricerca di qualche tempo fa e un libro appena uscito. La ricerca (a) mostra come la vicinanza con gli unni spieghi una parte del divario: i cinesi erano sotto una pressione militare – quella degli unni, appunto - che poteva distruggerli, mentre gli europei erano sotto una pressione militare – quella dei vichinghi, quella degli arabi – che non poteva distruggerli. Di fronte a una potente minaccia si ha l’incentivo a costituire un’unica entità politica che consenta di mettere in campo una potenza militare adeguata. Se la minaccia è invece pluridirezionale e mai troppo potente, non si ha questo incentivo e dunque si possono avere molte entità politiche piccole con una potenza militare relativa ma adeguata. La Cina, nonostante la forza del suo centralismo, è stata fragile, mentre l’Europa, nonostante la debolezza del suo sistema decentrato, è stata forte. Perciò in Cina si ha uno stato che centralizza e in Europa una molteplicità di stati.

La centralizzazione cinese aveva al governo i mandarini. I quali erano selezionati per concorso, quindi si potrebbe dire con linguaggio moderno per “merito”. Il libro (b) mostra come il concorso selezionasse i candidati sulla sola conoscenza dei classici. Non poteva esserci innovazione in campo intellettuale. In Europa, invece, i dissidenti, grazie alla mancanza di uno stato centralizzato, potevano fuggire in un altro paese per esprimersi. In Europa poteva esserci innovazione intellettuale.

Insomma, in formula, gli Unni e la libertà intellettuale spiegano abbastanza il divario economico durato quasi un millennio.

a - http://www.ilfoglioquotidiano.com/articoli/2014/06/19/dietro-la-distanza-tra-europa-e-cina-le-lontane-colpe-degli-unni___1-v-118328-rubriche_c282.htm

b - https://www.washingtonpost.com/news/wonk/wp/2016/10/28/why-the-industrial-revolution-didnt-happen-in-china/?utm_campaign=buffer&utm_content=bufferdfe77&utm_medium=social&utm_source=facebook.com

 

2 – Protestanti e Cattolici

“L'Etica protestante e lo spirito del capitalismo” di Max Weber è un libro che deve la propria fama alla tesi che è la cultura che guida l'economia e non viceversa – come nel modello di Marx – e, in particolare, come i protagonisti non siano gli ebrei – come nel modello di Sombart – ma i protestanti. Mentre la teoria economica oggi dominante – quella della sintesi neo-classica - si “accontenta” di avere per protagonista l'homo economicus nella forma dell'agente rappresentativo, Weber cerca la spinta dello sviluppo nelle attitudini individuali dei protagonisti.

Per mostrare l'importanza della cultura Weber sostiene che i protestanti abbiano avuto più successo dei cattolici nella transizione da un'economia agricola ad una industriale. Ciò che può sembrare banale se si confronta il PIL pro capite svedese con quello dell'Andalusia, ma non lo è, se si cercano dimostrazioni più accurate.

In una pubblicazione non recente (c) si cerca la prova empirica della tesi. La tesi da provare è: “(1) membership in the Protestant faith is associated with certain attitudes or mental predispositions that have come to be known as "the Protestant ethic"; (2) these attitudes and predispositions are positively associated with certain behaviors, such as diligence, rationalism, and thriftiness; and (3) these attitudes and behaviors are favorable to the development of industrial capitalism and are therefore expected to be associated with various indicators of the development of industrial capitalism at the societal level”.

Andando a frugare nei dati gli autori non trovano alcuna relazione significativa fra protestantesimo e sviluppo industriale. Questo è partito dalla Gran Bretagna (qui si apre la discussione se gli anglicani siano dei veri protestanti …), e poi si è diffuso in Francia e Belgio (paesi cattolici), in Olanda (in parte cattolica), e nelle regioni occidentali della Germania (in maggioranza cattoliche).

c - http://www.unc.edu/~nielsen/special/s7/sample_minion_2001.pdf