Decenni fa la Lega era la portatrice delle istanze del Nord, laddove con questa espressione si intendevano gli interessi dei produttori contrapposti agli interessi del Sud. Il Sud, secondo questa narrazione, poco producendo, viveva dei trasferimenti fiscali del Nord. Il Nord voleva l'aggancio con l'Europa, mentre il Sud avrebbe trascinato il Paese verso il caldo Mediterraneo. Narrazione non scomparsa del tutto dall'arena politica, perché ancora lo scorso anno in autunno si era tenuto in Lombardia e in Veneto un referendum (virtuale) voluto dalla Lega per ribadire la contrarietà ai succitati trasferimenti fiscali.

1 - Premessa

L'assenza di solidarietà (nessuno trasferisce reddito ad altre regioni) genera 80 miliardi di minori esborsi a favore delle regioni donatrici, mentre la solidarietà (che sia efficiente, perché tutto funziona, e quindi dove ogni cittadino riceve gli stessi servizi pubblici) genera la metà di minori esborsi, 40 miliardi, che è sempre una cifra ragguardevole. Questi risparmi – 80 o 40 miliardi - per le regioni donatrici, sono perdite – non necessariamente di efficienza, ma di mutamento dello status quo - per le regioni prenditrici. Dal che si ricava che nelle regioni prenditrici si troverà difficilmente chi possa essere a favore del federalismo più o meno compiuto. Dal che si ricava che nelle regioni donatrici si troverà difficilmente che sia del tutto contrario ad un federalismo più o meno compiuto.

Naturalmente questi numeri hanno un valore indicativo, perché non tutte le regioni del Nord sono donatrici (donatrici “per davvero” sono la Lombardia, il Veneto, e l'Emilia Romagna), e non tutte quelle del Sud sono prenditrici (prenditrici “per davvero” sono la Campagna, la Calabria, e la Sicilia). La soluzione (in astratto) è quella di una sforbiciata all’evasione e agli sprechi (non la soppressione dei trasferimenti) soprattutto nelle succitate tre regioni. I diritti di cittadinanza non sarebbero toccati, perché tutti riceverebbero la stessa quota di servizi pubblici, indipendentemente da quanto producono. Con molte decine di miliardi di euro risparmiati si possono fare molte cose: ridurre il deficit pubblico a parità di entrate fiscali, oppure ridurre le aliquote d’imposta lasciando il deficit nei limiti delle regole europee, oppure portare a compimento lo stato sociale, riempiendo lo Stivale di asili nido.

2 – Il dibattito elettorale

Quel che è stato poco o niente dibattuto durante la campagna elettorale, è l'inefficienza della spesa pubblica in Meridione, mentre si è dibattuto del “reddito di cittadinanza” nelle sue declinazioni: “condizionale” (lo si riceve solo se si soddisfano delle regole) o “universale” (lo si riceve in quanto italiani). Ossia, alla fine, la proposta del reddito di cittadinanza, ha fagocitato i molti e sfuggenti aspetti della “questione meridionale”. Una possibile interpretazione – da scuola del Public Choice - è questa: la fine degli sprechi in Meridione più che finanzia un reddito di cittadinanza “sobrio”, ma ha più attrattiva elettorale non menzionare e quindi tralasciare gli sprechi e gli interessi lì abbarbicati, e offrire intanto e pure con enfasi un reddito aggiuntivo.

A questo punto abbiamo la Lega (che non è più “Lega Nord”, ma Lega e basta) che dovrebbe rappresentare gli interessi di un'area che ha ripreso a crescere e che è legata all'Europa del Nord, mentre abbiamo il Movimento Cinque Stelle, che è presente ovunque, ma che si è affermato soprattutto in Meridione, in un'area che non cresce e che abbisogna dei trasferimenti fiscali per dare un reddito (anche non di cittadinanza, come l'impiego pubblico) ai propri abitanti.

Il punto è che le due forze che rappresentano (o dovrebbero rappresentare) interessi divergenti potrebbero allearsi. Si possono immaginare diversi scenari:

  • Il reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle è annacquato al punto da inglobare i sistemi in essere di protezione sociale più qualche integrazione originale. In questo modo, tutto quanto essendo eguale, non si avrebbe una variazione significativa della spesa pubblica. Naturalmente, senza che sia fatta la pur minima menzione, la spesa pubblica verso il Meridione è lasciata com'è.
  • Intanto che le cose si mettono in questa direzione, passa la promessa della Lega di un minor carico fiscale sul reddito – la flat tax - da attuarsi non subito, ma nel corso del tempo. Ciò che non creerebbe – proprio come il reddito di cittadinanza sobrio - sconquassi al bilancio pubblico.
  • In questo duplice caso – un reddito da cittadinanza sobrio, e una flat tax in lenta attuazione – si avrebbe – per usare il linguaggio finanziario – un deficit pubblico più contenuto, ma un minor “momentum” dell'ascesa politica della Lega e del M5S.
  • Quanto descritto è uno scenario possibile, che non alimenterebbe una crisi finanziaria, ma non è, per quanto auspicabile, molto probabile proprio per la perdita del momentum.
  • Quanto descritto, inoltre, non include l'abolizione dell'ultima riforma delle pensioni, la cosiddetta “Fornero”. Nel caso di un ritorno alle regole pensionistiche che furono, i conti pubblici dovrebbero peggiorare sia direttamente per il maggior deficit INPS, sia indirettamente come carico di interessi, perché, in questo caso, si alzerebbe il costo del debito per far fronte alla maggior rischiosità dei titoli pubblici.

3 - Riferimenti

Sulla controversia Nord/Sud: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/4776-quale-federalismo.html

Sulle promesse elettorali: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/4867-promesse-metria-elettorale.html

Primo commento a caldo dopo le elezioni: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/4872-elezioni-2018-cadono-i-perni.html

Secondo Commento a caldo dopo le elezioni: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/4873-il-partito-taumaturgo.html

Una prima analisi del bilancio pubblico, delle pensioni e delle imposte: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/4885-inizia-la-xviii-legislatura-i.html