E' stato appena pubblicato uno studio che analizza l'impatto delle nuove tecnologie sull'occupazione negli Stati Uniti. I temi che emergono sono due: (a) i lavori che richiedono una minor qualificazione saranno i più colpiti – una tesi da tempo nota; (b) le aree più colpite saranno quelle che hanno votato per Donald Trump – una tesi non del tutto nuova ma finora poco studiata. Per chi fosse interessato ecco lo studio (1), che trova una sintesi qui (2). Sorge subito la domanda: come reagirà l'Amministrazione, soprattutto se avrà un secondo mandato? Lascerà correre l'impatto della nuova tecnologia, oppure cercherà di frenarlo. Un dilemma non nuovo, infatti lo si ha dai tempi di Tiberio e Vespasiano (3).
Si ha l'impatto - questo di lungo termine, legato alle nuove tecnologie, quelle che eliminano i lavori a bassa qualificazione, intanto che, negli Stati Uniti ma non solo, si ha l'impatto – questo di breve termine, legato alla concorrenza internazionale (4). Come saranno affrontati questi nodi economici che prima o poi si trasformano - in presenza del diritto di voto universale – in nodi politici?
1 - I mutamenti dell'occupazione nel passato
L'inventore di un nuovo tipo di vetro - elastico: “excogitato vitri temperamento, ut flexile esset” - lo propone all'imperatore Tiberio, che, preoccupato per la caduta che si sarebbe avuta dei prezzi dei minerali con cui si producevano i vetri con le vecchie tecnologie, lo proibisce. L'inventore di un nuovo modo per trasportare le colonne pesanti fino al Campidoglio lo propone all'imperatore Vespasiano, il quale proibisce l'uso delle nuove tecnologie perché quelle vecchie erano - a differenza di quelle nuove - ad alta intensità di lavoro.
Passando ai temi più recenti, mostriamo l'impatto delle nuove tecnologie sull'occupazione qualificata (a), sulla concentrazione dei redditi (b), e sulla caduta di alcune delle distinzioni sociali (c).
(a) Il Luddismo è evocato come l'emblema della rivolta contro le nuove tecnologie. Nella fattispecie i luddisti distruggevano i telai automatici che, a cavallo del XIX secolo, annullavano il fabbisogno di manodopera qualificata. I Luddisti non erano contrari alle macchine, ma alle macchine che erano all'origine della manodopera qualificata in esubero. Il fenomeno recente di Uber ricorda il fenomeno antico del Luddismo. I tassisti non sono contro le automobili, ma contro un uso delle stesse che, se portato avanti, riduce il numero di conducenti con licenza ufficiale, quindi, come nel Luddismo, annulla il fabbisogno di manodopera qualificata.
(b) La riproducibilità tecnica – in origine grammofoni e dischi che consentivano di trasmettere la musica – permette a chiunque stia fuori dalle città con i teatri famosi di ascoltare i musicisti maggiori stando comodamente seduto a casa. Non si ha più ragione, come in passato, di ascoltare, per mancanza di alternative, solo i musicisti minori, quelli che giravano per la provincia. Si hanno così tre fenomeni: i musicisti maggiori hanno dei redditi molto alti, perché incassano i diritti su milioni di copie; ai musicisti minori restano i matrimoni e le feste di paese; il consumatore ascolta la musica degli artisti maggiori come non avrebbe mai potuto, tenendo conto dei costi.
(c) Le lavandaie che a Milano lavoravano, fino a non troppo tempo fa, inginocchiate lungo il Naviglio, e i lavandai e le lavandaie di Mumbai che vivevano chiusi a vita a lavare panni in una sorta di stadio di medie dimensioni da cui non uscivano mai, sono stati “liberati” dalle lavatrici. Non proprio loro, che avranno difficilmente trovato un'occupazione alternativa, ma i loro figli e le loro figlie. Sempre in tema di elettrodomestici – come notava J. A. Schumpeter - la lavatrice, la lavastoviglie, l'aspirapolvere, hanno consentito di avere a disposizione della “servitù” anche a chi non avrebbe mai potuto permettersela. Certo un aspirapolvere non può sostituire un cameriere impettito, perché esso è solo un oggetto inanimato che - come tale - non marca la “distanza sociale”, ma ha ampliato il tempo libero a disposizione dei meno abbienti.
2 - I mutamenti dell'occupazione senza e con il diritto di voto
In passato gli operai qualificati - quelli ante telaio automatico, i musicisti di paese - quelli ante riproducibilità tecnica della musica, e le lavandaie - quelle ante lavatrici furono sostituiti dagli operai non qualificati – contadini in origine, che potevano produrre i beni in gran quantità grazie alla scomposizione del lavoro in poche e semplici attività, lavoro il cui apprendimento non richiedeva molto tempo, mentre richiedeva un'istruzione modesta.
Anche assumendo che – come accaduto in passato - la disoccupazione sia assorbita nei nuovi settori, resta aperta la questione del tempo. Un tempo breve, un tempo lungo? A fronte di questo intricato nodo economico e politico abbiamo il precedente storico - ottocentesco - dei decenni necessari per avere un assorbimento di tutti i lavoratori liberati dalla tecnologia.
I sistemi politici ottocenteschi però non dovevano catturare il consenso delle “larghe masse”. Oggi il sistema politico non può non farlo (5). Ed è questo il punto. Per esempio, il reddito di cittadinanza ha questa origine: come catturare il consenso politico in assenza di un sistema vivace nel creare occupazione anche per chi non è qualificato (6).
3 - L'impatto dell'economia globale
Quando le merci e i servizi si muovono liberamente fra i diversi Paesi abbiamo il libero commercio. Fin dai primi anni del XIX° secolo si pensò che ogni Paese dovesse produrre quanto sapeva fare meglio per dotazione naturale e/o per competenze. Il primo vantaggio del libero commercio è la specializzazione, Il secondo vantaggio del libero commercio sono i mercati allargati e di conseguenza le economie che crescono di dimensione. Se un'impresa, grazie alla specializzazione, vende in tutto il mondo, ecco avrà un fatturato maggiore, e quindi le risorse per investire di più. Allo stesso tempo – e siamo al terzo vantaggio, grazie alla competizione internazionale cresce la moria delle imprese inefficienti, e dunque aumenta la quota di mercato e il fatturato di quelle efficienti, e dunque le innovazioni si diffondono più velocemente.
Un vantaggio è all'origine di uno svantaggio: se gli occupati delle imprese e dei settori eliminati dalla concorrenza non trovano una nuova occupazione in un tempo ragionevole, possono trovarsi in grave difficoltà. E' il caso degli occupati poco specializzati dei settori a bassa tecnologia, quando arrivano le merci da un Paese che ha un vantaggio competitivo sul versante del costo del lavoro. Nei modelli economici dagli anni Quaranta fino agli anni Ottanta si assumeva che i dismessi dei settori meno competitivi sarebbero passati ai settori più competitivi in poco tempo e senza particolari frizioni. Quest'assunzione aveva funzionato fra i Paesi sviluppati aperti al libero commercio per i primi decenni del Secondo dopoguerra. Poi è arrivata l'Asia.
I vantaggi che i consumatori ottengono grazie ai beni che costano meno, e i vantaggi che le imprese dinamiche ottengono dalla messa in mobilità dei lavoratori delle imprese meno dinamiche, non compensano gli svantaggi che sorgono per le imprese e per gli occupati che subiscono la concorrenza asiatica. Una delle ragioni è la diffusione delle imprese. Questa non è omogenea su tutto il territorio, ma è concentrata in alcune aree geografiche. Se un'area è molto specializzata e va in crisi, ecco che nella stessa area è difficile trovare lavoro presso le imprese che svolgono un lavoro diverso, perché non ve ne sono e/o ve ne sono ma non a sufficienza. Da qui la forte domanda di protezione, come si è visto con l'elezione di Donald Trump, che emerge nelle aree economiche messe peggio.
2 - https://www.ft.com/content/cbf2a01e-1f41-11e9-b126-46fc3ad87c65
3 - Acemoglu, Robinson, “Why Nations Fail”, Crown, 2012, pagina 171.
4 – XXIII Rapporto sull'Economia globale e l'Italia, Guerini 2018, da pagina 80
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