Perché mai tanta gente arriva dall'Africa in Italia, sapendo che quasi certamente vivrà in condizioni di povertà? La risposta - ovvia - è che, per quanto vivranno da poveri in Italia, vivranno meglio che nel loro Paese d'origine. E poi, perché chi arriva in Italia vuole poi andare in altri Paesi europei, dove vivrà egualmente da povero? Perché vivrà – sempre da povero – meglio che da povero in Italia.
Vediamo come stanno le cose: http://heymancenter.org/files/events/milanovic.pdf
Si divide il reddito degli abitanti di un Paese in venti gruppi, ciascun gruppo è quindi composto dal 5% del popolazione – la disposizione per ventili. Man mano che ci si muove da sinistra a destra sull'asse orizzontale si passa dal 5% più povero a quello più ricco di un Paese. Sull'asse verticale si mette in rapporto il 5% di ciascun Paese con il reddito dello stesso ciascun 5% a livello mondiale. Si prende, infine, il 5% più povero degli Stati Uniti in rapporto al reddito medio mondiale, e si scopre che i più poveri negli Stati Uniti hanno un reddito che è pari al 60% del reddito medio mondiale. Il livello degli statunitensi più poveri è la linea tratteggiata.
Il 5% della popolazione più povera in Italia – si veda la linea gialla – vive come il 5% della popolazione più povera degli Stati Uniti. Gli albanesi – si veda la linea verde – che vivono peggio dei poveri italiani sono ben oltre il loro quinto ventile, che è come dire che oltre un terzo della popolazione albanese vive come il 5% degli italiani più poveri. Fatti gli stessi conti con la Costa d'Avorio- si veda la linea marrone - circa il 80% della sua popolazione vive peggio del 5% degli Italiani più poveri. Infine, mentre i tedeschi poveri – si veda la linea verde – vivono meglio degli italiani poveri, i tedeschi e gli italiani hanno circa lo stesso reddito man mano che diventano più ricchi.
Insomma, l'”arbitraggio” fra Costa d'Avorio e Italia, e poi fra Italia è Germania è economicamente razionale per un abitante della Costa d'Avorio. Anche se resterà sempre povero, vivrà meglio. Se anche diventasse molto ricco nel proprio Paese d'origine – linea marrone verso il fondo a destra – avrebbe comunque un reddito in linea con quello del 25% degli italiani più poveri. Conclusione, con queste differenze di reddito fra Paesi (=i poveri italiani hanno lo stesso reddito dei ricchi della Costa d'Avorio), sarà difficile che gli sbarchi si fermino.
Mostriamo ora il grafico degli Stati Uniti contro quello dei Giganti Emergenti. Come si vede il recupero dalle posizioni di povertà relativa è veloce per la Russia, meno veloce per il Brasile, ancora meno veloce per la Cina, e, infine, nullo per l'India. (Nell'ultimo 5% indiano ci sono dei ricchissimi, ma nella media dell'ultimo ventile la loro enorme ricchezza è assorbita). Colpisce che quasi tutti gli indiani vivano peggio dei poveri statunitensi (e dei poveri italiani). Perché gli indiani non fuggono verso altri Paesi, così come fanno gli Africani, e come hanno fatto gli albanesi? La risposta è che sono “troppi”, oltre un miliardo. Quanto finora detto quindi diventa: è razionale l'arbitraggio che vede gli abitanti dei Paesi poveri preferire la povertà nei Paesi ricchi, ma a condizione che non siano “troppi”.
Immaginiamo un mondo dove per ogni Paese si abbia di nuovo una disposizione per ventili che vede il reddito crescere, laddove ogni ventile che si muove da sinistra a destra registra un reddito maggiore. Immaginiamo che tutti i Paesi abbiano lo stesso reddito. La posizione economica (lo scostamento) di ciascun individuo rispetto a tutti gli altri che vivono sul pianeta dipenderà solo dalla classe di reddito in cui uno si trova nel proprio Paese (“class” nel prossimo grafico, che traduciamo come classe) .
Immaginiamo ora che i Paesi non abbiano lo stesso reddito. Si avrà chi è ricco in un Paese (come la Costa d'Avorio), ma che diventa povero rispetto al resto del mondo, ciò che avviene per il peso che hanno i paesi ricchi nell'alzare il reddito medio mondiale. Ossia, dove accade persino che anche i poveri dei Paesi ricchi siano più ricchi dei ricchi dei Paesi poveri. In questo caso, la posizione economica (lo scostamento) di ciascun individuo rispetto a tutti gli altri che vivono sul pianeta non dipenderà solo dalla classe di reddito in cui uno si trova nel proprio Paese, ma anche dal Paese dove nasce (“location”, nel prossimo grafico, che traduciamo come ubicazione)
Quanto pesa la classe, e quanto l'ubicazione? Una volta la classe pesava molto e l'ubicazione poco, oggi avviene il contrario. Nascere in un paese ricco offre un vantaggio rispetto al nascere in un Paese povero per quasi tutti – ossia per diciannove dei venti ventili. Solo nell'ultimo ventile a destra, come mostrano i grafici, c'è eguaglianza fra i ricchissimi - fra cui i russi, i brasiliani, i cinesi, gli argentini, ecc.
Abbiamo un neonato sulla nuvoletta. Si suppone che il neonato voglia vivere bene, e che sia avverso al rischio. Dove vorrà andare? Come mostra il secondo grafico, il neonato vivrebbe bene in Brasile se fosse molto ricco, ossia se fosse nell'ultimo ventile a destra, ma, se non lo fosse, ossia se fosse nei diciannove ventili da sinistra a destra, vivrebbe peggio degli americani che sono nei diciannove ventili da sinistra a destra. Il neonato, se sceglie il Brasile, ha quindi una probabilità su venti di vivere bene come gli statunitensi, e diciannove su venti di vivere peggio. Che cosa sceglierebbe se potesse e se fosse avverso al rischio?
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