E’ noto come il percorso delle obbligazioni negli ultimi quarant’anni sia stato inarrestabile ed abbia surclassato ogni altra tipologia di attività finanziaria. Oltre all’impatto diretto, misurabile dalla aumentata dimensione delle obbligazioni nell’universo delle attività che compongono i mercati finanziari, ci sono altri effetti collaterali che si sono manifestati soprattutto dalla fine degli anni ‘90. Uno di questi riguarda la correlazione tra le attività finanziarie.
Per correlazione si intende la capacità delle diverse componenti dei mercati finanziari di muoversi nella stessa direzione (correlazione diretta o positiva) o in direzioni opposte (correlazione inversa o negativa). Prese nel loro insieme le azioni, le obbligazioni, le materie prime, le opzioni e le valute (le cosiddette attività finanziarie tradizionali) hanno mostrato una correlazione poco significativa fino allo scoppio delle crisi nel 2007. Da allora hanno cominciato a muoversi con grande sincronia.
Ciò significa che alla discesa (salita) delle azioni ha corrisposto una discesa (salita) delle obbligazioni, delle materie prime e delle opzioni (sappiamo che le valute prese nel loro insieme annullano le variazioni in un senso o nell’altro). E’ l’effetto delle crisi che si manifesta indistintamente nei momenti acuti e che registra miglioramenti altrettanto indistinti nei momenti in cui la situazione è meno critica.
Il fenomeno è ancora più singolare se si considerano le due principali classi finanziarie: le azioni e le obbligazioni. La correlazione è stata decisamente inversa nella fasi successive ai fenomeni di caduta delle Borse mentre tendeva ad annullarsi nelle fasi di ripresa dei prezzi delle azioni ma senza diventare mai positiva. Questo fenomeno si è ripetuto tra il 1972 e gli ultimi anni ‘90. La bolla internet di inizio del secondo millennio rompe questa consuetudine con azioni in forte salita in coincidenza di rendimenti obbligazionari in calo e con contestuale crescita anche dei corsi obbligazionari.
Lo scoppio della bolla riporta le cose verso la normalità, con gli investitori che abbandonano le azioni a favore delle obbligazioni. Ma dura poco. L’affacciarsi della crisi investe le azioni e le obbligazioni con la stessa modalità, soprattutto a partire dal 2010 quando la sincronia positiva diventa sempre più evidente e costante. L’eccezionalità di questa recente dinamica può creare qualche preoccupazione. Il ritorno verso dinamiche più consuete e conosciute prevede che le azioni e le obbligazioni smettano di comportarsi allo stesso modo.
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