Utilizziamo un'interessante fotografia della distribuzione del debito pubblico tra diverse categorie di detentori divisi in due gruppi: esteri e domestici. Ciascuno di questi è diviso a sua volta in tre sottogruppi: banche centrali (o enti sovranazionali), banche e non banche. Entrare nello specifico di questo schema può fornire più di una chiave di lettura sull’impatto delle recenti e prossime scelte di politica monetaria e di gestione del debito da parte delle autorità nazionali e sovranazionali.

I dati sono ordinati in funzione del peso del debito pubblico detenuto dalle banche centrali (o enti sovranazionali) esteri allo scopo di evidenziare la dipendenza da questa particolare tipologia di detentore. Partiamo dal basso. I paesi con il minor coinvolgimento delle istituzioni ufficiali estere sono Giappone, Italia Nuova Zelanda e Svizzera con quote inferiori al 10% del totale. All’estremo opposto troviamo, come ovvio effetto delle recenti ristrutturazioni, Grecia (quasi l’80%), Portogallo e Irlanda (tra il 40% e il 50%).

La Svizzera è il paese che, oltre ad avere un livello di debito pubblico estremamente contenuto (circa il 50% del Prodotto Interno Lordo), detiene la quota più elevata (90%) detenuto da residenti, causa ed effetto dei bassissimi rendimenti offerti. Come noto, il debito pubblico giapponese è quasi interamente detenuto da investitori locali (colori verde, rosso e giallo del grafico) mentre la Finlandia ha la maggiore quota di investitori esteri (colori rosa, bianco rigato e azzurro del grafico, escludendo la Grecia)

Se analizziamo queste informazioni dal punto di vista del possibile impatto del prospettato QE (Quantitative Easing, acquisto di titoli da parte della Banca Centrale Europea) si potrebbe ipotizzare un impatto maggiore per i paesi dell’area euro in cui il peso dei “Foreign Official” è modesto, in particolare Italia, Belgio e Spagna. Viceversa, è difficile che il QE abbia impatto sui paesi che vedono già fortemente coinvolte le banche centrali (Grecia in particolare). Anche i paesi che hanno già quote significative (Olanda, Francia, Germania con pesi tra il 25% e il 30%) potrebbero essere coinvolte in misura ridotta.

 

Chi detiene il debito pubblico
Chi detiene il debito pubblico