Da cinque diventano undici e misurano la loro forza con due numeri: 45% e 30%. La prima cifra si riferisce alla percentuale di popolazione mondiale che rappresentano. Appunto il 45 per cento. Il secondo numero è il peso che hanno come Pil rispetto al resto del pianeta: il 30 per cento. Benvenuti nel nuovo ordine mondiale che mantiene il nome originario - Brics - ma di fatto raddoppia il numero dei Paesi alleati: a Brasile, Russia, India, Cina e Sudfafrica si sono aggiunti Argentina, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Etiopia ed Iran. Visto con occhi occidentali si potrebbe riassumere come l'alleanza delle autocrazie più importanti. Ma resta il fatto che a Johannesburg è stata certificata la nascita di un nuovo ordine mondiale che si propone come alternativo a quello occidentale: un Sud globale dove la leadership è incarnata dalla Cina anche se l'India guardando agli ultimi dati su popolazione e Pil avrebbe qualcosa da obiettare.
Il loro primo grande sogno è dar vita a una moneta alternativa al dollaro giusto per prendere le distanze dal mondo occidentale anche in campo finanziario. Impresa per la verità ardua: tutti insieme hanno in portafoglio qualcosa come 1600 miliardi di debito americano in dollari. E ancora: la moneta Usa è coinvolta in quasi il 90% delle transazioni globali in valuta estera e poi oltre il 50% delle esportazion vengono fatturate in dollari. Non basta: la maggior parte dei crediti bancari transfrontalieri e dei titoli di debito internazionali sono in valuta americana, come pure il 60% del valore delle riserve valutarie ufficiali delle banche centrali. Lasta but no least il petrolio, e gran parte delle materie prime, sono scambiate in dollari.
Cyril Ramaphosa, presidente del Sudafrica e regista del summit che ha avuto per teatro Johannesburg, ha riassunto l'alleanza così: «I Brics sono un gruppo eterogeneo di nazioni. Si tratta di un partenariato paritario tra Paesi che hanno punti di vista diversi ma una visione condivisa per un mondo migliore» Verrebbe facile dire: provate a chiederlo agli iraniani o ai sauditi se sia davvero così. Ma l'alleanza ha senza dubbio una sua presa se sono 23 i Paesi che hanno formalmente chiesto di aderire ai Brics, compresi i sei che Ramaphosa ha invitato. Altri importanti stati come Nigeria e Ghana, hanno dimostrato un interesse informale. Di sicuro cresce la fronda antioccidentale.
Ma Danny Bradlow, docente all'Università di Pretoria, intervistato da Al Jazeera ha detto che dubita che molte persone vorrebbero tornare al gold standard e le criptovalute sono un'opzione improbabile perché sono «anche più rischiose» «L'idea che i Brics creino un'alternativa al dollaro sembra del tutto fantasiosa e irrealistica».
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