In vista dei weekend più caldi sul fronte dell’esodo verso le vacanze (in realtà c’è un solo giorno da bollino nero, sabato 5 agosto) arriva una buona notizia: il prezzo dei carburanti cala. Anche se in modo impercettibile, per la verità. Un centesimo. Lo annuncia il Quotidiano dell’energia. Eni e Q8 hanno appunto ridotto di un centesimo i prezzi di benzina e diesel raccomandati alla loro rete. Ma soprattutto confermano una tendenza nei giorni in cui si riaccende la polemica tra i gestori delle pompe di benzina e le associazioni consumatori che gridano “all’immancabile rialzo tassa dell’esodo”. In realtà, nonostante si sia riacceso l’allarme per il ritorno del prezzo della benzina a 2 euro nella formula servito i prezzi dei carburanti sono più bassi rispetto a un anno fa. E tutto questo sebbene sul costo finale alla pompa siano tornati i 30 centesimi di accise che il governo Draghi aveva congelato a fine marzo di un anno fa per contenere i rialzi del comparto energia. Effetto di una serie di fattori. I mercati sono depressi, non c’è una domanda particolare, soprattutto di gasolio, perché l’economia se non in recessione viaggia a una velocità più bassa rispetto anche solo a dodici mesi fa. In più il calo del dollaro rispetto all’euro si fa sentire considerato che il greggio viene pagato con la valuta statunitense.
Un primato lungo dieci anni
In questo quadro però un elemento di novità c’è: aumenta il consumo di benzina, che a fine anno potrebbe ritoccare un record che resiste da dieci anni. Ma andiamo con ordine. I consumi petroliferi in Italia hanno chiuso il primo semestre del 2023 sostenuti in particolare dai consumi del trasporto privato e aereo che insieme hanno superato di oltre 600 mila tonnellate quelli dello stesso periodo del 2022. La benzina, che nel semestre ha registrato consumi pari a poco più di 3,9 milioni di tonnellate (+7,4%, +270mila tonnellate rispetto a 12 mesi prima), ha trainato in positivo i carburanti e probabilmente a fine anno supererà gli 8 milioni di tonnellate, cosa che non succedeva dal 2013. Di contro, il gasolio motori è risultato in lieve calo (-0,9%) non tanto a causa delle vendite sulla rete (che invece sono cresciute: +1,6%), quanto per quelle sul canale extra-rete (-5,2%) dove si riforniscono prevalentemente i mezzi commerciali. Sono i dati raccolti in una nota da Unem, l’Unione energie per la mobilità. A proposito delle accise, nel primo semestre il gettito fiscale teorico è stato pari a 18,6 miliardi, 2,9 miliardi in più rispetto al 2022.
C’è di più. Lo spostamento dei volumi dal gasolio alla benzina, dovuti anche alla progressiva ibridizzazione del parco auto (a giugno per la prima volta in Europa le vendite di auto elettriche hanno superato quelle diesel), nel primo semestre ha comportato un maggior gettito fiscale (accisa e Iva) stimato sui 160 milioni in virtù del fatto che la benzina sconta un'accisa maggiore di 11 centesimi rispetto al gasolio. Gasolio il cui prezzo medio al consumo è risultato più basso di 13 centesimi al litro rispetto al 2022, con un risparmio di 10 euro per un rifornimento da 50 litri.
I timori di Tabarelli
Ma il quadro potrebbe ancora cambiare, forse prima del giorno da bollino nero. Lo prevede Davide Tabarelli di Nomisma energia: «Nelle ultime settimane sul mercato del petrolio cominciano a farsi sentire gli effetti delle decisioni Opec, in particolare dell'Arabia Saudita, di tagliare la produzione per risollevare i prezzi del barile, sceso un mese fa verso i 70 dollari, ora risollevatosi leggermente a 78. Questo recupero spiega anche il leggero aumento dei prezzi alla pompa dei nostri carburanti dopo mesi di debolezza».
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