Un gruppo di 390 imprese con oltre 2.400 addetti in crescita rispettivamente del 13,4 e del 7,1% rispetto al 2017. Sono questi i dati elaborati per Nuovo mondo economico dalla Camera di commercio della Romagna - Forlì-Cesena e Rimini che fotografano il distretto del mobile imbottito di Forlì che raggruppa un comparto produttivo importante con alcuni big player di notorietà nazionale (tra tutti Poltronesofà che ha sede produttiva a Forlì e fiscale nel bolognese, investe in pubblicità una cinquantina di milioni l’anno, ha fatto registrare nel 2022 ricavi, fonte CompanyReports, di oltre 544 milioni)  e tantissime aziende che compongono un mosaico produttivo che consente la realizzazione del prodotto con specializzazioni che vanno dai fusti al poliuretano espanso passando dalla cucitura; restano fuori solo i tessuti e le pelli che vengono acquistate da altre parti d’Italia.«E proprio questa integrazione – spiega Danila Padovani,   responsabile di Cna Federmoda Forlì-Cesena – a rappresentare la forza del distretto che ora deve fare i conti con la frenata dell’export e numeri in leggero calo ma rispetto ad anni di grande sviluppo come sono stati il 2021 e soprattutto il 2022». Le imprese artigiane attive sono circa l’85% del totale.

La forza dell’export (che cala)

Un comparto fortemente votato all’export che vede proprio le esportazioni scricchiolare nel primo trimestre del 2023 con un calo che, secondo quanto emerge dall’analisi periodica della direzione studi e ricerche del gruppo bancario Intesa Sanpaolo, sarebbe  almeno dell’11,5% (-13 milioni) rispetto allo stesso periodo di un anno fa. E se è calato l’export è calata anche la produzione che la Camera di commercio della Romagna, nell’indagine congiunturale sul secondo semestre 2023 Imprese dai 10 addetti e oltre) rapportata al secondo semestre dell’anno precedente, vede in calo del 22,8% e flettere del 20,4% rispetto al trimestre precedente; seguono il trend i fatturati con flessioni, rispettivamente, dell’8 e del 20,9%. Complessivamente i fatturati relativi alle imprese localizzate a Forlì che depositano i bilanci sono stati pari ad oltre 226 milioni con una crescita del 71% rispetto al 2017.

Danila Padovani, responsafbile di Cna Federmoda Forlì-Cesena

La ripresa del post-pandemia

Un passo indietro non si verificava, per il distretto forlivese, dal terribile anno pandemico: già nel 2021, infatti, il cosiddetto ‘Sistema casa’ era stato tra i primi a riprendere vigore. Per averne conferma basta scorrere i precedenti rapporti: già nel primo semestre del 2021, in piena pandemia, l’export forlivese era giudicato ‘eccellente’, tanto da guadagnarsi il titolo di miglior distretto del legno-arredo in Italia (+69,4% rispetto al 1° semestre del 2020 e +55,7% rispetto al 1° semestre del 2019, in epoca pre-Covid). Se, in quell’occasione, erano stati i mercati francese e cinese a guidare la ripartenza, due anni più tardi sono soprattutto i mercati del Sudest asiatico a segnare il passo, facendo peggiorare drasticamente i numeri. Come si legge nel rapporto, «la performance dei mobili imbottiti di Forlì (-13 milioni, -11,5%) risulta negativa a causa del forte calo delle vendite in Cina e degli arretramenti negli Usa e Corea del Sud. Ciò malgrado il buon andamento in Francia».

Rallenta la Cina (ma non solo)

A pesare, dunque, è soprattutto il rallentamento dell’economia cinese, che ha già autorizzato gli osservatori internazionali ad agitare lo spettro di una nuova ‘Lehman Brothers’ asiatica. Chi contava sul rimbalzo della crescita cinese dopo la fine delle restrizioni per il Covid non aveva fatto i conti, infatti, con l’aggravamento della crisi immobiliare di quello che è tuttora il secondo partner commerciale dell’Unione europea dopo gli Usa. La minaccia cinese è destinata a far tremare non solo il distretto forlivese, ma tutto l’export italiano ed europeo.

Parla di un 2023 a rilento su tutti i mercati Gabriele Ghetti, amministratore delegato di Gamma Arredamenti International , un’azienda specializzata nella produzione di divani, poltrone e altri componenti di arredo prevalentemente in pelle, da un anno nell’orbita di Italian Design Brands (Idb) che ha così concluso la sua nona operazione di aggregazione con l’acquisizione di una quota di maggioranza di Gamma medesima. «Le difficoltà sono partire dalla Cina ma si stanno estendendo a tutto il mercato mondiale con il retail in difficoltà; la ragione sta nel fatto che gli operatori avevano fatto magazzino e ora si ritrovano molto invenduto per cui faticano a fare nuovi acquisti. E noi lo vediamo bene visto che esportiamo in oltre 70 Paesi il 95% del nostro fatturato. Contiamo di chiudere il 2023 in leggera flessione rispetto al 2022 a circa 22 milioni contro i 27 del 2022». I 115 addetti di Gamma Arredamenti International si dedicano alla realizzazione di sistemi di divani dedicati a mercati molto diversi per dimensioni dei mobili e colori rispetto a quello italiano e la mission dell’azienda resta quella di customizzare sempre più i divani in base alle esigenze del committente.